Gela. Nel lungo elenco stilato nelle ultime settimane dai tecnici del dipartimento regionale ambiente ci sono in totale cinquantadue beni, sparsi lungo le coste dell’isola. Vengono classificati sotto la dicitura di “immobili in condizioni di precarietà”. Sono strutture realizzate decenni addietro su concessione demaniale. Adesso, l’assessore al territorio e all’ambiente Salvatore Cordaro ha firmato un decreto che apre le procedure per l’eventuale assegnazione ai privati che volessero rilanciare ruderi e strutture quasi del tutto in stato di abbandono. Nella lista ci sono pure quelli che un tempo erano attrattive turistiche della città. L’ex lido La Conchiglia, il pontile sbarcatoio, l’ex lido Eden ma anche un capannone realizzato in passato a ridosso del porto rifugio. La Regione mette a disposizione concessioni che vanno da un minimo di sei anni ad un massimo di cinquant’anni, dietro il pagamento di un canone annuale, purché chi intenda investire rilanci le strutture. Tra le destinazioni principali previste c’è soprattutto quella commerciale.
“L’obiettivo prioritario dell’amministrazione regionale è quello di assicurare, nel rispetto delle procedure previste in materia di concessioni di beni demaniali marittimi – si legge nel bando accompagnato dalle schede tecniche dei beni messi a disposizione – la valorizzazione dei fabbricati insistenti sul pubblico demanio marittimo, attraverso il recupero funzionale degli stessi, la riqualificazione delle aree di pertinenza, lo sviluppo delle attività turistiche e commerciali compatibili con gli usi del mare, nonché l’incremento delle entrate erariali”. Insomma, anche la Regione vorrebbe far cassa dal recupero di quelli che classifica come immobili in condizioni di precarietà. “I lavori previsti in progetto, relativi sia al fabbricato che alle aree di pertinenza concesse – si legge ancora – dovranno essere ultimati entro tre anni dalla comunicazione di conclusione del procedimento istruttorio”. Dopo la pubblicazione dell’elenco, si attendono eventuali offerte.