Gela. Un altro pezzo di patrimonio storico se ne va in fumo, tra sporcizia e vandalismo. L’archivio storico del Comune, abbandonato in sacchi di spazzatura, è andato distrutto dall’incuria di chi avrebbe dovuto custodirlo e dall’azione di teppisti.
La scoperta è stata fatta da Nuccio Mulè, presidente dell’Archeoclub. I faldoni dell’archivio storico comunale erano custoditi nei locali ex Iannizzotto, a loro volta abbandonati da tempo, di proprietà comunale, di fronte il petrolchimico a ridosso della statale 115 per Vittoria.
I carteggi erano conservati alla meno peggio dentro capienti sacchi di spazzatura e depositati da diversi decenni in uno stanzone, in mezzo alla sporcizia. Mulè da anni chiedeva di spostarli in un luogo più decente e idoneo al loro pregio.
Prima l’apertura dei sacchi e la relativa disseminazione dei faldoni, poi la pioggia degli ultimi giorni che è penetrata abbondantemente dal tetto del capannone, oramai fatiscente, ha bagnato irrimediabilmente i carteggi sparsi per tutto il locale. “Una parte di questi carteggi proviene dall’archivio storico comunale – spiega Mulè – ed è quella che alla fine degli anni Cinquanta, durante la costruzione del nuovo municipio, fu trasferita nell’ex lazzaretto dei Padri Agostiniani, sede oggi della biblioteca comunale. Allora, verso la fine del 1983, essendo stati appaltati i lavori per la ristrutturazione dell’ex lazzaretto si dovettero sgomberarne i locali; così questi numerosi carteggi, contenuti in sacchi di frumento, depositati trent’anni prima, furono prelevati e, coperti da un precario telone di plastica, accatastati sullo spiazzale dietro la chiesetta di San Biagio, all’ingresso del contiguo cimitero”. La precarietà della copertura fece si che durante un acquazzone il materiale cartaceo si inzuppò d’acqua con il risultato che buona parte di esso andò completamente perduto. Qualche giorno dopo, quel che rimase di salvabile dell’archivio fu trasferito, purtroppo ancora umidiccio, nei locali ex Iannizzotto. “Anche qui non ebbe sorte migliore della precedente – ricorda Mulè – infatti, fu accatastato in malo modo e chiuso in uno stanzone adibito tempo prima a cella frigorifera e quindi senza nessuna areazione. Decisamente carteggi sfortunati questi. Comunque sia andata, si spera che l’azione vandalica abbia riguardato solo la parte superficiale della catasta dei sacchi di detto archivio e che quindi diverse decine di essi, quelli risalenti al secolo scorso, è probabile che ancora siano rimasti intatti o quasi, pertanto, ci si augura che il Comune provveda immediatamente al loro recupero e alla loro bonifica”.