Il maxi polo Agroverde mai realizzato, nuova richiesta di archiviazione dell’indagine: due associazioni si oppongono

 
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L'inaugurazione del cantiere del polo mai realizzato

Gela. Arriva una richiesta di archiviazione bis, firmata dai pm della procura.


Il maxi progetto mai partito. Per i magistrati, infatti, non ci sarebbero gli estremi necessari ad approfondire le vicende legate al polo fotovoltaico Agroverde, fermo al palo da quasi quattro anni e, almeno sulla carta, ritenuto uno dei progetti più ambiziosi del settore in tutt’Europa. A chiedere che si avviasse un’indagine sono stati i responsabili delle associazioni Aria Nuova e Amici della Terra, gli ambientalisti Saverio Di Blasi ed Emanuele Amato. Già negli scorsi mesi, i pm avevano chiesto l’archiviazione dell’indagine, ma i legali delle due associazioni si erano opposti. A maggio, il gip Lirio Conti, però, chiese maggiori approfondimenti, soprattutto rispetto ad un’altra inchiesta avviata intorno al maxi progetto della cooperativa agricola. I magistrati della procura, però, non avrebbero individuato elementi validi da sottoporre a verifica. Inoltre, sarebbe emerso il rilascio, da parte degli uffici regionale, di un provvedimento di proroga delle autorizzazioni per i lavori, in scadenza solo il prossimo gennaio. Davanti alla richiesta bis di archiviazione, le due associazioni si sono opposte e, adesso, il legale Joseph Donegani ha scelto di depositare un atto ufficiale. Spetterà, quindi, nuovamente al giudice delle indagini preliminari emettere un verdetto sul caso. Nella prima richiesta di archiviazione, si leggeva che “non sono emersi elementi utili per l’identificazione degli autori del reato che, allo stato, appare peraltro incerto nella sua qualificazione e collocazione fattuale”. Gli ambientalisti, invece, nei loro esposti hanno ipotizzato estremi di reato come la truffa e l’abuso di ufficio. Tra i grossi punti interrogativi, ci sarebbe la polizza fideiussoria che avrebbe dovuto garantire l’ente comunale rispetto all’ipotesi di fallimento dell’intero progetto. In questo caso, in base a quanto formulato dai responsabili delle associazioni, sarebbe stata violata la convenzione stipulata tra Agroverde ed ente comunale. Il Comune, fino ad oggi, non avrebbe mai avuto la possibilità di incassare quei soldi, destinati a soddisfare le richieste degli espropriati. Il possibile danno finanziario per le casse dell’ente sarebbe enorme. Non sono stati trascurati neanche gli aspetti legati alle ricadute ambientali sull’area, dopo l’inizio dei primi lavori di sbancamento che hanno del tutto modificato lo stato dei luoghi, lungo una vasta fascia che si estende tra le contrade Cappellania, Tenuta Bruca e Sant’Antonio. 

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