Gela. Un like alla foto pubblicata da una ragazza sul social Instagram fu causa di un’aggressione, risalente a cinque anni fa. Un giovane rimase ferito dopo aver subito pugni e ginocchiate. Arrivò in ospedale, dove venne dimesso con almeno trenta giorni di prognosi. E’ arrivata la condanna per un coetaneo, Francesco Riggio. Il giudice Martina Scuderoni ha disposto dieci mesi con la sospensione condizionale. Fu l’aggredito a denunciare e gli investigatori risalirono all’imputato, rappresentato in giudizio dal legale Flavio Sinatra. I fatti si verificarono nei pressi di un lido sul lungomare. Il like venne apposto alla foto della fidanzata dell’imputato, che dopo giorni chiese un chiarimento all’altro ragazzo. Per l’accusa, come ribadito dal pm Tiziana Di Pietro, l’intenzione era proprio quella di aggredirlo “per futili motivi”. Al termine della requisitoria, ha chiesto una pena di un anno di reclusione. Il giovane rimasto ferito ha seguito l’intero dibattimento come parte civile, assistito dall’avvocato Joseph Donegani. Il legale ha insistito sul fatto che l’aggressione fu deliberata e senza alcuna giustificazione. Nelle conclusioni, oltre al riconoscimento del risarcimento danni, il legale di parte civile ha anche avanzato richiesta di una provvisionale, per quanto patito dalla vittima. L’imputato ha voluto rendere dichiarazioni spontanee. Ha spiegato di aver reagito per rispondere ad una “provocazione”. In quel momento, pare avesse chiesto all’altro ragazzo se dietro quel like ci fosse qualcos’altro. Il ferito, in aula, riferì di non conoscere la ragazza alla cui foto appose il like. La gelosia avrebbe portato l’imputato a chiedere un chiarimento. Pm e parte civile hanno ribadito che l’accaduto fu determinato da una reazione del tutto spropositata. Per la difesa dell’imputato, però, c’era già stato un pregresso attraverso messaggi che i due ragazzi si erano scambiati, sempre attraverso i social, prima del confronto nei pressi del lido.
Il difensore ha voluto precisare che non tutti i messaggi della chat furono prodotti dal giovane ferito. Sono stati messi in discussione i presupposti per la procedibilità ma anche quelli della competenza del giudice, sulla base della nuova riforma. Lo stesso magistrato, nel dispositivo, ha comunque riconosciuto la responsabilità dell’imputato, indicando il diritto al risarcimento del danno in favore della parte civile.