Gela. Una telenovela squallida, dove attori e comparse si sono affannati a dipingere una realtà inesistente. Ieri sera il presidente del Ribera Ruvolo e quello dell’Acireale Palella hanno sottoscritto davanti ad un notaio di Palermo l’atto formale che porta il titolo degli agrigentini alle pendici dell’Etna.
Con buona pace dei tifosi gelesi, ancora una volta soggetti passivi di questa vicenda. Umiliati e derisi.
Finisce così una vicenda il cui epilogo era già prevedibile e scritto sin dal primo momento. Gela perde una occasione importante, forse unica, per riportare il calcio a certi livelli. La serie D era una base di partenza buona per programmare un futuro ambizioso. Sono stati gli interlocutori sbagliati. Hanno millantato credito, lasciato intendere di avere portafogli pieni e sponsor a go go.
In realtà non c’era nulla. Il povero Ruvolo è stato fatto venire a Gela decine di volte per incontrare questo e quello. Tirato per la giacca e imbonito di false promesse. Si è addirittura sfiorato un paradosso. Ad un certo punto sembrava che ci fossero non una ma due gruppi interessati a rilevare il titolo del Ribera. Troppa grazia Sant’Antonio. Dietro la facciata non c’era nulla.
L’ultima farsa è andata in scena sabato scorso, durante la posa della prima pietra dell’Agroverde, che costruirà un mega impianto agro fotovoltaico. Ruvolo ha assistito alla cerimonia, alla presenza del suo avvocato. E’ stato scomodato il segretario del Gela calcio Antonio Alabiso, esperto di carte federali per e poi c’erano gli aspiranti imprenditori interessati.
Aspettavano tutti un cenno dal presidente della Regione Rosario Crocetta, ancora una volta protagonista in negativo della storia. Quando Ruvolo ha chiesto garanzie concrete (un acconto di 50 mila euro) i “facoltosi” imprenditori si sono sciolti come neve al sole. Ma come volevano fare calcio se non erano capaci di mettere subito 50 mila euro? Qualcuno sperava che Crocetta convincesse gli imprenditori presenti a quella cerimonia a sponsorizzare il progetto calcio. Così non è stato ed allora il bluff è venuto fuori.
L’unico che fino all’ultimo ha provato a insistere è stato Cristian Paradiso, ma anche lui è stato lasciato solo. Morale della favola: Ruvolo ha accettato la corte dell’Acireale mentre Gela fa l’ennesima figuraccia.
Ed allora divertiamoci con Promozione e Prima categoria. Forse è il calcio che meritiamo…