Il film del 2019 della nostra città, un anno tra vertenze e incompiute

 
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Gela. Il 2019 che si appresta a concludersi è stato per Gela l’anno delle incompiute e delle vertenze infinite, l’anno delle amministrative  e dell’avvio della Green Refinery, dei ricorsi al Tar e delle crisi idriche,l’anno in cui la storia gloriosa del passato è tornata prepotentemente protagonista del presente.

Ma riavvolgiamo il film di quest’anno che sta per concludersi  e iniziamo il nostro racconto da dove cominciò il primo gennaio di un anno fa, con il primo nato del 2019 che regalava il suo primo sorriso al mondo.

In quei giorni Gela era la città del Commissario Arena, l’ex colonnello che Musumeci aveva inviato ad amministrare un Palazzo appena venuto fuori dalla sua prima sfiducia ad un sindaco.

Sono i mesi delle strutture chiuse e delle vertenze irrisolte. Stadio Vincenzo Presti e Palacossiga restano deserti ed abbandonati, mentre le società sportive sono costrette ad elemosinare spazi in altre città.

Sono i mesi della refezione scolastica cancellata, dell’ennesima protesta dei disabili e degli otto lavoratori delle strisce blu dimenticati nel limbo della crisi.

Intanto da febbraio in poi si mette in moto la grande macchina della campagna elettorale, che porterà  alle elezioni di maggio. Una campagna elettorale strana, con i partiti che nascondono le bandiere e si mascherano da civici.

Alla fine saranno quattro i contendenti in campo: l’imprenditore Maurizio Melfa, il grillino Simone Morgana, il leghista Giuseppe Spata a capo della coalizione di centrodestra e l’avvocato Lucio Greco a capo del Progetto Civico.

La spunterà quest’ultimo, dopo un ballottaggio al veleno con Spata. Greco fa il suo ingresso a Palazzo di Città con una coalizione che i giornali battezzeranno “arcobaleno” e che al suo interno raccoglie di tutto, dai civici al Pd, fino a Forza Italia.

A pochi giorni dall’insediamento del nuovo sindaco gela è sconvolta da una tragedia incredibile. La mattina del 5 giugno una delle bombole di un camion che vende polli allo spiedo esplode al centro del mercatino  di via Madonna del Rosario, causando decine di feriti.

I soccorsi immediati e la macchina messa in moto dal 118 e dal pronto soccorso dell’ospedale eviteranno un bilancio più tragico.

Purtroppo in quella tragedia perdono la vita due donne Tiziana Nicastro e Giuseppa Scilio, ma all’interno del dramma c’è anche spazio per una bella storia, quella di Simona, mamma di due bimbi e una gravidanza al nono mese, tra le vittime più gravi di quel giorno. Trasferita d’urgenza al centro grandi ustioni di Palermo, ci è rimasta per più di un mese sottoponendosi a diversi interventi chirurgici, con un unico pensiero a darle forza: quel bambino che teneva in grembo e che aveva già un nome: Enea. Un nome da guerriero, scritto nel destino di questo piccolino che, nonostante le mille difficoltà, è venuto al mondo sano e forte.

Luglio verrà ricordato come il mese della crisi idrica. Venti giorni con i rubinetti a secco e autobotti in piazza come nel dopoguerra, uno scenario che scatena le ire dei gelesi. Rabbia che continuerà appena qualche mese dopo con le “bollette pazze” del conquaglio di Caltaqua.

L’ira dei cittadini viene convogliata in un gruppo Fb dal nome evocativo “Fuori Caltaqua” che dopo aver raccolto oltre 9000 adesioni, organizza anche una manifestazione di piazza e poi si trasforma in comitato spontaneo che prima raccoglie le firme per la cacciata della società italo spagnola e poi presenta, appena pochi giorni fa, un esposto in procura denunciando i disservizi e i disagi patiti dai gelesi.

A settembre intanto, a 5 anni dalla firma del protocollo d’intesa che sanciva la fine della raffinazione tradizionale, Eni inaugura la Green refinery, una delle poche bio-raffinerie al mondo ad elevata flessibilità operativa nel rispetto dei requisiti dell’economia circolare.

Ma il 2019 verrà ricordato anche come l’anno della Storia che riemerge dal sottosuolo per ricordare a Gela la sua grandezza e per indicare un possibile futuro. Dagli scavi per la rete idrica e per la fibra vengono fuori i resti dell’antica civiltà greca, la maggior parte dei quali però, viene catalogata e poi riseppellita.

La nave Greca intanto giace ancora nelle casse al museo e  diventa oggetto di scontro sulla sua destinazione. Sindaco  e Giunta la vorrebbero esposta alle Benedettine, ma la Soprintendenza e soprattutto i cittadini dicono no. La nave andrà al costruendo Museo dei Relitti a Bosco Littorio, a confermarlo è proprio il Governatore Musumeci in visita in città.

L’inaugurazione, dice Musumeci, è prevista per il 2021. Nel frattempo a noi resta da iniziare a raccontare il 2020. A distanza di un anno, le questioni disabili, refezione e lavoratori delle strisce blu sono ancora quasi del tutto irrisolte, l’emergenza idrica è ancora cronaca di questi giorni e le strutture sportive rimangono ancora chiuse.

Per non parlare del Porto, No, quello non lo abbiamo dimenticato. È ancora lì, insabbiato come sempre, ed è proprio da lì che vorremmo iniziare a raccontare una storia nuova. E che questo sia il miglior augurio per iniziare l’anno che verrà. Arrivederci 2019, benvenuto 2020!

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