Il crollo del viadotto sulla Gela-Caltanissetta, il perito: “Difformità rispetto al progetto”

 
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Gela. Si è chiuso il giudizio penale per Luca Manfredini (deceduto) ma prosegue nei confronti di altri due imputati, Luca Rizzi e Francesco Lombardo. Davanti al giudice Tiziana Landoni, sono stati sentiti i periti incaricati dalla procura per fare luce sulle cause tecniche che portarono all’iniziale dissesto e poi al crollo del viadotto Geremia II lungo lo scorrimento veloce Gela-Caltanissetta. L’iniziale cedimento costò il ferimento anche di una donna gelese che si trovava a transitare. “Abbiamo riscontrato difformità rispetto al progetto iniziale”, così ha spiegato uno dei tecnici chiamati a verificare l’intera opera. Cedimento e crollo sarebbero stati causati da pozzi di fondazione poco profondi e da pali non in linea con quanto indicato nel progetto. Il pm Tiziana Di Pietro, nel corso dell’esame dei testimoni, non ha escluso l’ipotesi di un minor uso di calcestruzzo rispetto ai quantitativi indicati.

Ricostruzione invece esclusa dalle difese, sostenute dagli avvocati Roberto Tricoli e Dario Bolognesi. Alle indicazioni giunte dai periti i legali degli imputati risponderanno con propri testimoni. In giudizio, parte civile è Anas, con i legali Fabrizio Ferrara e Francesco Giocolano.

1 commento

  1. a Gela è quasi tutto così…anche gli edifici meglio progettati per resistere ai sismi poi spesso sono stati realizzati da inetti o da gentaglia che ha risparmiato sulle armature o sulla qualità del cemento…temo il giorno in cui ci sarà un terremoto un po’ più forte della media

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