Il controllo delle aree rurali e l’accusa di tentato omicidio: diversi imputati verso l’abbreviato

 
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Gela. Vanno verso il giudizio abbreviato diversi imputati coinvolti nell’inchiesta che consentì di ricostruire il tentato omicidio a danno di Carmelo Palmieri. Nell’estate di tre anni fa, venne preso di mira a colpi di arma da fuoco, nella zona di Borgo Manfria. Riuscì a trovare riparo in un casolare ma riportò comunque ferite. Per la procura, Giuseppe Pisano e il padre Orazio Pisano avevano intenzione di ucciderlo. A sparare, in base alle contestazioni, sarebbe stato Giuseppe Pisano, arrivato in zona a bordo di un’auto guidata da Giuseppe Vaccaro, a sua volta interessato dall’inchiesta e ora davanti al gup Miriam D’Amore. Per gli inquirenti, i Pisano controllavano vaste zone, soprattutto tra Borgo Manfria e Mangiova. Bisognava passare da loro per le attività, compresa la raccolta della paglia. Chi non si metteva in regola, andava incontro a minacce e danneggiamenti. Oltre a padre e figlio, sono in udienza preliminare Emanuele Pisano (fratello di Orazio), Pericle Ignazio Pisano, Fabio Russello e Vincenzo Alberto Alabiso. A Russello e Alabiso, rappresentati dal legale Nicoletta Cauchi, vengono contestati parecchi furti. Emanuele Pisano, che per gli inquirenti avrebbe saputo del sistema mirato a controllare le zone rurali, subì l’incendio del proprio caseificio, danneggiato dall’azione di un minore, pare su richiesta di Orazio Pisano. Ci sarebbe stata tensione tra i fratelli. Gli investigatori fecero subito partire le indagini monitorando Palmieri. Venne intercettato mentre era ricovrerato all’ospedale “Sant’Elia” di Caltanissetta. Nei dialoghi captati sarebbero emersi particolari che condussero ai Pisano e al loro ruolo nella gestione delle presunte estorsioni. Avrebbero avuto la disponibilità di armi. Palmieri è intenzionato a costituirsi parte civile nel giudizio, assistito dal legale Vittorio Giardino.

In aula, per valutare le richieste difensive e l’ammissione ai riti alternativi, si tornerà a giugno. I legali di Orazio Pisano e Giuseppe Pisano (attualmente detenuti) hanno preannunciato la volontà di produrre una memoria difensiva, con la richiesta di sentire tre testimoni ritenuti essenziali nella ricostruzione dell’intera vicenda. Tra i difensori, gli avvocati Giacomo Ventura, Cristina Alfieri, Giovanni Lomonaco e Boris Pastorello. La procura era in aula con il sostituto Fabrizio Furnari.

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