Gela. I consiglieri comunali che si preparano alla riunione straordinaria davanti al Ministero dello sviluppo economico, alla fine, hanno varato un documento di rivendicazione.
Le richieste che arrivano dal consiglio. Chiamano alle proprie responsabilità sia il governo sia Eni. Così, viene chiesto l’immediato avvio delle attività di bonifica all’interno della raffineria di contrada Piana del Signore e nelle aree oramai dismesse. Per il consiglio non si può prescindere dalla tutela dei lavoratori dell’indotto che vanno sostenuti con adeguate misure: un intervento che dovrebbe riguardare sia gli operai di società attive tra gli impianti di raffineria sia di aziende oramai fuori dal ciclo produttivo. Dall’aula esce anche l’invito “all’immediata definizione del redigendo accordo di programma”. Quindi, incentivi per favorire i nuovi insediamenti industriali, un nuovo sistema portuale che possa agevolare il transito delle merci e un’azione radicale di riqualificazione ambientale. La mediazione raggiunta tra tutti i gruppi politici in aula ha portato all’inserimento di un ultimo punto rivendicativo che, tra le altre richieste, fa perno sul “giusto ristoro per i danni causati da Eni nel trascorso cinquantennio”.
Un compromesso tra tutte le categorie. Un documento, quello appena varato, che fa il palio con quello firmato da sindacati e associazioni di categoria. In questo caso, si chiedono esenzioni fiscali per le aziende che facciano richiesta di cassa integrazione in deroga, il prolungamento del periodo di copertura degli ammortizzatori sociali, un piano complessivo di prepensionamento per i lavoratori sottoposti ad attività usuranti e “ad alto rischio per la salute”, l’attivazione del fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione, l’attivazione della zona franca urbana e sostegno maggiore alle attività artigianali locali. Un compromesso, anche in questo caso, volto principalmente ad ottenere l’appoggio di tutte le categorie.
Gli operai in viaggio verso Roma. Ai consiglieri si unisce anche una delegazione di operai che sta per raggiungere Roma, con l’obiettivo di partecipare alla riunione straordinaria del civico consesso e ottenere buone nuove dopo l’incontro al ministero. Una trentina di operai arriverà nella capitale. “Siamo solo una piccola delegazione – spiegano i lavoratori già in viaggio – perché la gran parte degli altri operai in protesta ha comunque scelto di rimanere in città e mantenere i presidi”.
L’invito al “silenzio”. La protesta dei lavoratori e i tanti effetti prodotti non fanno comunque venir meno il sale dell’agone politico. Così, mentre in molti si affrettano a rilasciare dichiarazioni pubbliche e a cercare eventuali soluzioni, c’è chi come il consigliere indipendente Carmelo Casano preferisce lanciare messaggi, non troppo velati, a colleghi e protagonisti della trattativa. Meglio agire in silenzio e portare risultati a casa piuttosto che lanciare proclami con il rischio di non trovarsi nulla tra le mani. Proprio Casano si è presentato in aula consiliare, nel corso della riunione organizzata per la definizione del documento rivendicativo, con una sorta di bavaglio in bocca. Un semplice foglio di carta con su scritto, “silenzio”.