Gela. Un bottino da circa trentamila euro dopo il furto messo a segno all’interno di un bar nella zona di Baracche. A colpire però non fu il ventitreenne Vincenzo Scerra che due anni fa venne arrestato dai poliziotti del commissariato perché ritenuto l’autore dell’azione. Il giudice Tiziana Landoni ha emesso un verdetto di assoluzione. “Per non aver commesso il fatto”, questo il contenuto del dispositivo letto in aula dal magistrato. Gli investigatori arrivarono al giovane dopo aver analizzato le immagini dei sistemi di videosorveglianza. Ci sarebbero stati particolari, anche del vestiario, riconducibili proprio all’imputato. Già in fase di riesame, però, i giudici annullarono il provvedimento di custodia cautelare. La difesa, sostenuta dall’avvocato Adriano Falsone (che ha optato per il giudizio abbreviato), in aula ha ribadito tutti i dubbi sulla presunta riconducibilità all’imputato di quanto ripreso dai sistemi di videosorveglianza.
Lo stesso Scerra ha sempre escluso di essere entrato in quell’attività commerciale. Per l’accusa, però, sarebbe stato proprio lui a forzare l’ingresso e ad agire. Era stata chiesta la condanna a tre anni di reclusione. Il giudice Landoni, però, ha accolto le tesi difensive, escludendo eventuali responsabilità del giovane.