Gela. La stagione 2024-25 del calcio meridionale, dilettantistico ma anche professionistico, è destinata a rimanere negli annali, nel senso più avverso possibile. Nel campionato di Serie C, nello specifico nel girone C, la storia è già stata scritta. Per la prima volta, non una ma due squadre sono state escluse dalla competizione. Si tratta di Taranto e Turris, le cui magre figure verranno ricordate per diversi anni.
Nel girone I del campionato di Serie D, invece, è stato l’Akragas a fare un passo indietro. Il caos era già scoppiato in seguito alla sconfitta rimediata, lo scorso 16 febbraio, al cospetto del Città di Sant’Agata. A salutare per primi il club biancazzurro furono lo staff tecnico e quello dirigenziale. A fare da portavoce fu l’ormai ex amministratore delegato Graziano Strano, che al termine del derby perso palesò le intenzioni di ritirare la squadra dal torneo. L’ufficialità è poi arrivata in seguito alla gara disputata al “Granillo” contro la Reggina, che ha visto cadere, ancora una volta, il sodalizio biancazzurro. Nei seguenti giorni l’ufficialità: “la società dell’Akragas comunica ufficialmente di aver trasmesso alla Lega Nazionale Dilettanti la propria rinuncia improrogabile alla prosecuzione del campionato di Serie D. Il club ha preso atto dell’impossibilità di garantire la continuità della stagione agonistica a causa di difficoltà gestionali ed economiche che non consentono di proseguire il percorso intrapreso”. Abbiamo parlato del momento no del calcio siciliano con Sandro Morgana, presidente della LND Sicilia.
“Quando ci si affida e quando si lascia il proprio destino in mano a persone che non hanno le carte in regola si finisce in questa maniera – ha dichiarato Morgana – io preferisco avere squadre in categorie superiori e gestite da società ben strutturate e affidabili. Io ho sempre fatto questa distinzione tra persone affidabili e persone non affidabili, e questo semplifica un po’ questo concetto. Ciascuno deve programmare il proprio futuro in relazione alle proprie forze senza fare mai il passo più lungo della gamba perché poi i risultati sono quelli che stiamo vedendo e danneggiano un po’ tutto il sistema”.
L’auspicio è di rivedere, dopo tanti anni, una squadra della nostra isola in Serie A. Il Palermo, che milita nel campionato cadetto ormai dal 2022, non compete nella massima divisione professionistica dalla stagione 2016-17, in cui si piazzò al diciannovesimo posto e retrocedette. Il Catania, oggi settima forza del girone C di Lega Pro, non disputa un campionato di Serie A dal lontano 2014. Nello stesso girone degli etnei sono presenti anche Trapani e Messina. I primi possono ancora sperare in un posto in zona playoff, distante appena tre lunghezze. I biancoscudati, invece, in seguito alla penalizzazione di quattro punti ufficializzata solo negli scorsi giorni, sono ad un passo dalla retrocessione in D.
“Palermo e Catania sono due bellissime società ma stanno vivendo due stagioni sfortunate – ha continuato il presidente della LND Sicilia – io penso che prima o poi questa sfortuna finirà e che riusciremo ad ottenere i risultati che attendiamo. La Sicilia ha bisogno di una squadra in Serie A”.