Gela. Al termine del blitz, gli vennero sequestrati circa novemila euro, che per gli investigatori avrebbe ottenuto da un giro di reperti archeologici, trafugati e poi rivenduti. Per quei fatti, nell’aprile di tre anni fa, i giudici della Corte d’appello di Caltanissetta disposero la prescrizione. Il cinquantatreenne Orazio Pellegrino, però, chiede che i soldi, dopo il verdetto, gli vengano restituiti. L’ha fatto attraverso il legale di fiducia, l’avvocato Maurizio Scicolone. La difesa ha proposto incidente di esecuzione davanti al collegio penale del tribunale, presieduto dal giudice Miriam D’Amore, a latere Tiziana Landoni ed Ersilia Guzzetta. La prescrizione maturata e riconosciuta dai magistrati nisseni, secondo il difensore, farebbe venire meno qualsiasi vincolo sul denaro.
Il sequestro dei soldi. Pellegrino ha sempre sostenuto che i soldi erano risparmi personali e non il prodotto generato dalla vendita illegale di reperti archeologici. Il pubblico ministero Federica Scuderi, però, si è opposta, sostenendo che non sia sufficiente la prescrizione per revocare il sequestro dei soldi.