Gela. Ai piedi delle ciminiere della Raffineria altri operai hanno innescato una protesta. L’argomento è sempre il solito: perdita del lavoro. Dodici verniciatori della Lavema sono stati licenziati.
A fare eco al loro coro di disperazione sono stati i soci della cooperativa di autotrasportatori “Maria Santissima d’Alemanna” e i dipendenti della ditta Magalli. Per nessuno di loro potrà essere applicato il decreto Morese.
Gli addetti della Lavema di Franco Manfrè hanno organizzato un sit-in di protesta. Sperano ancora di potere beneficiare della mobilità. Per farlo bisognerà attendere lunedì prossimo, giorno indicato dalle organizzazioni sindacali per definire la vertenza. Al tavolo delle trattative sederanno i vertici della Raffineria e la società Rendelin di Napoli, che si è aggiudicata il servizio di verniciatura.
“La Lavema era in possesso dei requisiti per avviare la procedura di mobilità – spiega Angelo Carfì, rappresentante aziendale della Fim Cisl – Il rappresentante della società, Manfrè, ha ammesso di avere licenziato le 12 unità lavorative, che operavano all’interno del petrolchimico, a causa del contratto quadro scaduto (il 31 ottobre scorso). Lo stesso, ha chiesto di richiedere gli incontri relativi all’accordo Morese, in quanto il contratto è stato vinto dalla Rendelin (altra impresa) che lo aveva accettato. L’accordo Morese prevede il passaggio del personale alla nuova impresa aggiudicatrice, senza soluzione di continuità”.
Sul licenziamento dei verniciatori della Lavema è stato dato mandato agli avvocati Riccardo Lana e Maurizio Scicolone. I lavoratori sono: Salvatore Bonvissuto, Fabrizio Carnevale, Angelo Carfì, Rocco Vella, Tommaso Solarino, Angelo Martorana, Angelo Sanzone, Pietro Riggio, Francesco Vullo, Emanuele Zuppardo, Salvatore Italiano.