Gela. Sono nove gli indagati chiamati a rispondere dello sversamento d’idrocarburi che, nel giugno di due anni fa, invase il tratto finale del fiume Gela, arrivando in mare.
Sono nove gli indagati. Si tratta di ex responsabili di raffineria Eni e di operatori degli impianti dai quali tutto sarebbe partito, con in testa il Topping 1. Sono accusati della contaminazione successiva alla fuoriuscita. L’udienza preliminare, davanti al gup Fabrizio Molinari, si è aperta per l’ex amministratore delegato della fabbrica di contrada Piana del Signore Bernardo Casa e per Michele Viglianisi, Massimo Lo Faso, Maurizio Tarantino, Arturo Anania, Gaetano Zinna, Leone Pollicino, Emanuele Pellegrino e per la stessa società raffineria di Gela spa. Parti civili nel procedimento hanno preannunciato di volersi costituire le associazioni Aria Nuova e Amici della Terra oltre all’ente comunale. Sono rappresentati dai legali Joseph Donegani, Maurizio Cannizzo, Raffaela Nastasi e Flavio Sinatra. Proprio la loro costituzione è stata contestata dai legali di difesa dei nove indagati che hanno escluso l’esistenza dei presupposti per ammettere la richiesta. I legali delle associazioni e di Palazzo di Città, invece, hanno insistito sottolineando l’esistenza di un interesse collettivo alla tutela dell’ecosistema locale. Il giudice Molinari si è riservato di decidere e l’esisto delle sue valutazioni dovrebbe essere comunicato alla prossima udienza del 23 settembre. Fu necessario l’avvio di operazioni straordinarie di contenimento del flusso d’idrocarburi per impedire che il flusso si estendesse ulteriormente in mare.