Gela. Una denuncia già presentata sui tavoli del commissariato di polizia e un’altra pronta ad essere depositata, con tanto di consulenza informatica, su quelli del reparto territoriale dei carabinieri.
I volantini anonimi. A prendere l’iniziativa, nelle scorse settimane, è stato il neo consigliere comunale Antonio Torrenti, appena eletto nella lista del Megafono. Perché la denuncia presentata? Una serie di volantini affissi in giro per la città e, addirittura, anche sulla saracinesca di quella che è stata la sua sede elettorale, lanciavano pesanti accuse. Una presunta compravendita di voti che avrebbe favorito il notevole risultato elettorale ottenuto dall’esordiente Torrenti. Voti in cambio di promesse di lavoro, questa l’accusa lanciata dall’anonimo. Torrenti ha sporto denuncia per diffamazione. Così, le indagini, su tutti i fronti, sono state avviate. La seconda denuncia pronta per essere presentata, invece, riguarda il gruppo imprenditoriale tirato in ballo in questa vicenda fatta, almeno per il momento, di accuse anonime e commenti su pagine facebook. Chi ha scritto i volantini e messo su la pagina del social network, da poco peraltro disattivata, non risparmia collegamenti tra Torrenti e gli imprenditori tirati in causa. A loro volta, i titolari dell’azienda hanno scelto di agire presentando una denuncia per diffamazione. Ma cosa sta succedendo? Allo stato attuale, ci sono le denunce e ci sono le relative indagini.
Il chiarimento politico. Una cosa è certa, la vicenda del neo consigliere comunale potrebbe diventare ulteriormente “politica”. Nelle prossime ore, dovrebbe esserci un chiarimento tra Torrenti stesso e la segreteria cittadina del Megafono. Un confronto per capire e decidere come muoversi. Non è stato possibile, dopo alcuni tentativi telefonici, contattare il consigliere al centro della vicenda. Proprio all’inizio della campagna elettorale, l’ingresso della sua sede elettorale di corso Salvatore Aldisio venne dato alle fiamme. Pochi danni e tanto fumo acre. Un gesto eclatante, messo a segno a ridosso della mezzanotte e sotto lo sguardo indiscreto di tanti sistemi di videosorveglianza. Dopo i rilievi dei poliziotti intervenuti, partirono le indagini.