Gela. Estradati dalla Germania, i fratelli gelesi Nicola e Salvatore Gueli, colpiti dall’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal GIP di Caltanissetta lo scorso mese di ottobre, accusati di associazione per delinquere di tipo mafioso e di associazione finalizzata al traffico transnazionale di stupefacenti in Germania, Roma e in Sicilia. La cattura dei due, eseguita dalla Polizia nissena, fa seguito ai provvedimenti dello scorso mese di gennaio, che avevano portato in carcere gli altri sodali dell’organizzazione, tra cui il boss Salvatore Rinzivillo. L’attività di polizia costituisce l’epilogo di un’indagine, condotta dai poliziotti della Squadra Mobile di Caltanissetta e dai finanzieri del G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Roma che, alla fine del 2017, aveva già portato all’arresto di 37 persone e al sequestro preventivo di beni per oltre 18 milioni di euro. Le investigazioni avevano consentito di accertare l’operatività del clan, diretto dai reclusi Antonio e Crocifisso Rinzivillo (entrambi al regime del “carcere duro”), attraverso il fratello Salvatore – poi finito in manette – il quale, a seguito dell’arresto dei germani, avvenuto nel 2015, era stato richiamato in Sicilia dalla Capitale al fine di riorganizzare le illecite attività della famiglia e riaffermarne il predominio sul territorio, coprendo la vacanza di comando venutasi a creare.
Successivi approfondimenti hanno permesso di individuare ulteriori personaggi organici al sodalizio, alcuni dei quali operativi in territorio tedesco, dove era attiva una “cellula” che si occupava dell’approvvigionamento di stupefacenti e della loro importazione in Italia. All’operazione di estradizione di oggi, ha preso parte personale del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia, della Polizia di frontiera di Fiumicino e della Guardia di Finanza di Roma.