Gela. Senza il sì di tutto il gruppo consiliare di centro sinistra, l’atto d’indirizzo sulla gestione dei fondi delle royalties rimarrà lettera morta.
“Senza un sì convinto non presento l’atto”. Allo stato attuale, però, in pochi hanno risposto all’invito del proponente, ovvero il consigliere comunale del Polo Civico Guido Siragusa. “Mi spiace dirlo – spiega – ma senza avere il supporto politico di tutto il centro sinistra, l’atto d’indirizzo non verrà presentato. Il mio era un tentativo di coinvolgere il gruppo e di non dare alibi all’amministrazione comunale nella gestione di quasi quattordici milioni di euro all’anno. Fino ad oggi, ho ricevuto solo pochi consensi verbali. Mi pare difficile, invece, che sia l’amministrazione comunale a far proprio l’atto d’indirizzo. Non conosco molte giunte interessate ad avere vincoli nella gestione delle royalties e soprattutto nell’utilizzo di questi fondi per la copertura dei buchi di bilancio”.
La gestione dei fondi delle royalties. In base all’atto d’indirizzo, “il Comune non ha mai destinato tali somme agli scopi previsti dalla legge bensì le ha spalmate nel bilancio dell’ente senza dare al cittadino un riscontro tangibile”. Stando ai calcoli contenuti nella proposta d’atto d’indirizzo, dal 2005 Palazzo di Città avrebbe incassato da Eni, solo a titolo di royalties estrattive, una cifra non inferiore a quasi 68 milioni di euro. Inoltre, tenendo ferma l’attuale tendenza del mercato del greggio a livello internazionale, nel quinquennio 2015-2020, stando al contenuto dell’atto d’indirizzo, il Comune potrebbe incassare da Eni una cifra non inferiore ai 70 milioni di euro. Per Siragusa, il piano finanziario dovrà avere precise direttrici nell’utilizzo delle somme incassate. Interventi per il sostegno alle imprese e alle cooperative comunque non inferiore al 20%; interventi di efficentamento energetico non superiori al 5%; interventi per fondi di micro credito a favore delle piccole e medie imprese non superiori al 10%; interventi di detassazione fiscale unicamente al sostegno delle famiglie più numerose in relazione all’Isee non inferiore al 10%; interventi per bonifiche e riqualificazioni ambientali entro il perimetro urbano non inferiori al 20%. “Il piano finanziario per l’utilizzo delle royalties – si legge ancora nella proposta – non potrà prevedere una percentuale superiore al 20% e non inferiore al 15% di quanto introitato dall’ente per interventi di copertura della spesa corrente e comunque solo per prestazioni di servizi del settore socio–assistenziale”. A definire le linee d’intervento annuali, oltre ovviamente al consigli comunale, dovrebbe essere un tavolo tecnico formato dal sindaco o da un assessore delegato, dal dirigente al bilancio e da quattro consiglieri comunali.