Gela. Per finanziare l’Area di crisi complessa, che vede come centro di riferimento Gela, servono fondi, sia governativi sia regionali. “La Regione deve convocare le parti”. Un confronto, nelle scorse ore, si è avuto a Roma. C’erano il vicesindaco Simone Siciliano ma anche i funzionari ministeriali e quelli di Invitalia, che segue l’intera procedura dell’Area di crisi complessa locale. Il vicesindaco non usa troppi giri di parole. “Adesso, la Regione deve dimostrare concretezza – dice – il presidente Rosario Crocetta, spero, sarà di parola come lo è già stato con Termini Imerese. Ci vogliono risorse per non tradire le speranze di un intero territorio, che va ben oltre i confini gelesi”. L’Area di crisi complessa dovrebbe garantire un maggiore afflusso di finanziamenti e agevolazioni, soprattutto in favore delle aziende che intendano investire. “La Regione deve convocare le parti e dar seguito agli impegni – ribadisce Siciliano – noi aspettiamo le mosse da Palermo. In caso contrario, ci sarebbero contraccolpi fin troppo gravi”. Allo stesso tempo, Siciliano sembra piuttosto pessimista rispetto all’ipotesi di prorogare i termini di scadenza della call, lanciata per raccogliere le proposte di investimento nell’area locale. Il Movimento cinque stelle cittadino, attraverso i propri referenti in parlamento, sta cercando di conseguire una proroga del termine di scadenza, di modo da ampliare le eventuali proposte di investimento. “Ne abbiamo discusso – conclude Siciliano – ma l’ipotesi non sembra praticabile. Ci sono procedure fisse dettate da Invitalia che aveva già fornito comunicazioni a tutte le amministrazioni coinvolte. La proposta mi pare fin troppo campata in aria”.