Gela. Tre richieste inviate ad altrettanti privati, compreso il gruppo McDonald’s, per capire se i pagamenti dei canoni destinati a coprire l’affitto delle aree comunali date in uso siano stati regolarmente versati.
Le richieste inviate. I tecnici comunali hanno provveduto a spedire le missive ai destinatari. Così, il monitoraggio riguarderà non solo il punto vendita McDonald’s di Macchitella ma anche il bar realizzato all’interno dell’area del nuovo palazzo di giustizia. “Stiamo conducendo un monitoraggio più complessivo – dice il dirigente del settore urbanistica Emanuele Tuccio – valutiamo lo stato dei canoni dovuti da tre privati che hanno avuto l’uso di aree comunali ma dovremmo valutare anche la situazione di tutte quelle associazioni o privati che, pur non dovendo versare canoni, devono comunque fornire prestazioni per giustificare la loro presenza all’interno d’immobili di proprietà comunale”. Un caso, quello degli immobili e delle aree del Comune date in uso a privati, che potrebbe aprire nuovi capitoli. Sia l’assessore al bilancio Fabrizio Morello che quello all’urbanistica Francesco Salinitro non hanno nascosto di voler approfondire l’intera vicenda davanti ad immobili comunali dati in uso ad associazioni o privati senza che, in molti casi, si riesca addirittura a ricostruire documentalmente l’intera procedura. Il timore, piuttosto fondato a loro dire, è quello di una perdita finanziaria per l’ente comunale. Il tema sembra aver risvegliato gli animi anche tra i banchi del consiglio comunale, con gli esponenti di Gela Città Cristian Malluzzo e Giovanni Panebianco pronti a chiedere l’istituzione di una commissione d’indagine sulla gestione del patrimonio comunale.
“Ci sono privati che dovrebbero offrire prestazioni in cambio degli immobili”. “Il vero problema – conclude il dirigente – non sono quei privati che comunque pagano un canone e le cui situazioni di debito o credito verso l’ente possono essere ricostruite con molta facilità in base ai bollettini di pagamento. Il monitoraggio più difficile da portare avanti è quello sugli immobili dati in uso ai provati che, in base alle convenzioni, non pagano canoni ma dovrebbero fornire prestazioni per compensare quanto ottenuto. In questi casi, bisognerebbe effettuare sopralluoghi per valutare se gli impegni siano stati adempiuti e, purtroppo, non sempre abbiamo a disposizione tutto il personale necessario”.