Gela. Nessun atto intimidatorio si sarebbe verificato nel cantiere della Tekra, l’azienda
campana che gestisce in proroga il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti in città.
Il presunto furto. I vertici del gruppo, per il tramite del loro legale, l’avvocato Sinuhe Curcuraci, tornano su quanto accaduto negli scorsi giorni, dopo l’allontanamento di un dipendente, accusato di aver rubato carburante dai mezzi aziendali. Per il lavoratore e per il suo legale, l’avvocato Davide Limoncello, si sarebbe trattato solo di una ritorsione, un caso di mobbing, legata sia all’azione giudiziaria intrapresa dall’operaio per ottenere retribuzioni ancora non ricevute sia al fatto di aver denunciato il tentativo di dar fuoco alla sua tuta da lavoro mentre la indossava.
“Quanto dichiarato a mezzo stampa dall’operaio – si legge in una nota – denunciato di furto, per mezzo del suo difensore, in ordine a presunti atti intimidatori asseritamente verificatisi presso il cantiere di Gela, è, allo stato, completamente ignoto alla società che sconosce l’esistenza di qualsivoglia episodio che si sarebbe verificato nel proprio cantiere verso persone o mezzi, episodio che se mai avvenuto sarebbe stato immediatamente denunziato. La Tekra srl ha sempre denunziato ogni episodio illegale di cui è venuta a conoscenza o è stata vittima riguardante ogni proprio cantiere. A fronte delle incredibili affermazioni riportate agli organi di stampa, in cui si parla addirittura di mobbing nei confronti del predetto dipendente, l’azienda ha dato mandato al proprio legale di fiducia per procedere giudiziariamente sia in sede penale che in sede civile a tutela dell’immagine e degli interessi della ditta medesima”. Azione analoga verrà intrapresa anche dall’operaio.