Gela. “Il sindacato deve confrontarsi con la politica prima di compiere passi che avranno un peso decisivo nel prossimo futuro occupazionale di questa città. Mi pare che il piano presentato da Eni, soprattutto sul fronte
delle estrazioni e delle esplorazioni nel sottosuolo, non produrrà grandi sviluppi per il territorio”. Il consigliere comunale di Articolo 4 Terenziano Di Stefano non nasconde tutti i propri dubbi davanti ai piani industriali appena presentati sia dai manager Enimed che da quelli di raffineria.
“In sostanza – continua – anche gli 854 milioni di euro destinati alla realizzazione della nuova piattaforma Prezioso K verranno utilizzati, in prevalenza, per la sola attività in mare e per la fornitura dei necessari materiali. La manodopera sarà quella altamente specializzata nel settore delle pipeline fornita da aziende che certamente non fanno base a Gela. Vorrei capire, inoltre, come faranno gli eventuali trecento addetti di raffineria, stando ai piani, a transitare in Enimed. Significa uccidere l’indotto locale che già esiste nel settore delle estrazioni e delle esplorazioni. Invito il sindacato a confrontarsi con il consiglio comunale”.
Una proposta lanciata durante un periodo di forte fibrillazione con il tavolo avviato al ministero dello sviluppo economico pronto ad essere riattivato. “Quest’investimenti faraonici annunciati e vincolati al rilascio di autorizzazioni che, spesso, diventano realtà dopo anni – conclude Di Stefano – difficilmente serviranno alla città. Il sindacato deve confrontarsi adesso. Altrimenti, sarà inutile presentarsi, magari a fronte dell’ennesima protesta dei lavoratori, quando tutto sarà già stato deciso”.