Gela. “Sono raddoppiati negli ultimi tre anni i pazienti affetti da Alzheimer e demenza senile ma le strutture del territorio si dimostrano impreparate a fronteggiare l’emergenza”.
A lanciare il campanello di allarme è Paolo Capici, dell’associazione Progetto H, che non esita a definire carente il centro Uva di via Madonna del Rosario. La struttura è finita al centro delle polemiche negli scorsi giorni per l’incapacità a sostituire il medico andato in ferie dopo avere diagnosticato a un pensionato l’alzheimer degenerativo.
“Per la visita domiciliare di certificazione della demenza senile bisognerà aspettare tre mesi – dice Salvatore Luca – Mio padre, che da luglio è costretto alla sedia a rotelle oltre ad una assistenza continua, potrà essere visitato non prima di novembre”.
“Stiamo evadendo le richieste di luglio – dice un addetto del centro Uva di via Madonna del Rosario – che verranno evase entro questo mese o al limite nel mese successivo. Prima di novembre dovrebbe essere effettuato l’esame a domicilio la cui prenotazione è stata avanzato i primi giorni di settembre”.
“Negli ultimi tre anni – incalza Capici – i casi di pazienti affetti da Alzheimer si sono moltiplicati. Oltre i 70 anni il rapporto delle persone colpite dalla demenza senile ha ragiunto valori preoccupanti, attestata intorno al 50 per cento dell’intera popolazione.
Purtroppo in città dobbiamo fare i conti con strutture sanitarie carenti. Non c’è niente per aiutare le famiglie che devono convivere con un soggetto malato di Alzheimer. Persone che perdono anche la cognizione del tempo e della vita stessa che andrebbero assistite da personale altamente specializzato e strutture qualificate”.