Gela. “Non crediamo più alle promesse ed agli annunci. Sappiamo solo che per tutto il girone di andata non abbiamo potuto utilizzare il nostro stadio e nessuno ci ha comunicato di accordi con Università e ingegneri”. E’ amara la riflessione del presidente dimissionario del Gela, Angelo Mendola. Prima di partire per Locri la dirigenza ha voluto incoraggiare e salutare i calciatori, incitandoli a dare il massimo per l’ultima gara dell’anno e del girone di andata.
I dirigenti però sono delusi per le notizie che arrivano dal Comune e non si fidano delle ottimistiche previsioni del commissario Arena. “Quel che sappiamo lo leggiamo sulle testate giornalistiche – dice Angelo Mendola – nessuno ci ha fatto sapere nulla. Io voglio giocare il girone di ritorno in un altro stadio, non qui. Abbiamo fatto redigere una perizia tecnica da un professionista di Catania che ci dice che la tettoia così come è rischia di collassare e intaccare anche il rettangolo di gioco. Se è così perché non si chiude tutto lo stadio e ci consentono di giocare in una altra città?”.
Mendola ammette che questa vicenda ha condizionato tutta la stagione. “Devo ringraziare quei calciatori che stanno dimostrando attaccamento alla maglia e che hanno scelto di restare con noi. Sia Zeman che altri calciatori li abbiamo persi perché demotivati dai nostri problemi strutturali. Con chi è rimasto dobbiamo mantenere la categoria”.
Antonio Torrenti, ex consigliere comunale e collaboratore dei Mendola, si spinge oltre. “Chiederò al presidente della Regione Musumeci di rimuovere il commissario del Comune. In tre mesi non ha risolto nessun problema, stadio compreso, anzi aggravando quelli esistenti”.