I licenziamenti alla Turco, i ricorsi dei lavoratori: partono i giudizi in tribunale

 
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Gela. Più di venti lavoratori sono rimasti fuori dai cancelli della fabbrica Eni di contrada Piana del Signore, nonostante gli impegni assunti negli scorsi mesi anche in prefettura, e intanto gli ex Turco si rivolgono ai giudici civili del tribunale. Giovedì, iniziano i procedimenti incardinati dai loro legali. Gli operai contestano i licenziamenti fatti recapitare dai vertici della società edile, che per anni è stata tra le principali imprese dell’indotto di raffineria. Dopo l’inchiesta “Double face”, che ha coinvolto l’imprenditore Carmelo Turco, Eni ha deciso di sciogliere il rapporto contrattuale che la legava all’azienda locale. Per gli ex dipendenti è iniziato un lungo calvario, per tanti non ancora concluso. Gli avvocati Francesco Castellana, Salvatore Incardona, Luigi Brex, Angelo Fasulo e Angelo Licata ritengono che le procedure di licenziamento abbiano violato la normativa in materia e chiederanno ai giudici civili di valutare gli atti dell’intera vicenda.

Negli scorsi giorni, gli edili di Fillea, Filca e Feneal hanno avuto un nuovo incontro in prefettura, proprio a causa del mancato assorbimento di ventidue operai. All’incontro erano presenti i vertici di Eni che, per l’ennesima volta, hanno spiegato di voler garantire il riassorbimento dei lavoratori. Al momento, però, tutto è fermo.

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