I dem sono ai minimi storici e la “corazzata” perde colpi: Gulizzi, “Arancio faccia il leader…dove sono i voti dei dirigenti locali?”

 
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Gela. Solo la riconferma all’Ars del deputato uscente Giuseppe Arancio

ha messo i frangiflutti ad una tempesta che rischiava di travolgere la guida del Partito Democratico cittadino, quello che fino a qualche anno fa attirava voti e consensi, mentre nel post regionali deve accontentarsi della terza piazza.

“In molte famiglie i voti a due o tre candidati differenti”. Insomma, l’elezione di Arancio ha salvato il salvabile, ma di certo non è la luce in fondo al tunnel. La direzione cittadina, fissata per lunedì 20 novembre, potrebbe dire tanto rispetto al prossimo futuro dei dem locali. I consensi scarseggiano e, probabilmente, non tutti sono stati fedeli alla linea. “Mi chiedo, dove siano finiti i voti di importanti dirigenti locali del nostro partito – dice il dem Giacomo Gulizzi – i numeri non mentono mai. Il Pd ha perso consensi e non riesce ad attrarne di nuovi. Credo che bisognerà fare ordine. Non è accettabile che alcune figure di spicco del partito abbiano apertamente fatto campagna elettorale per altri candidati, addirittura di aree politiche diverse dal centrosinistra. In molte famiglie, tradizionalmente vicine al Pd, il voto è andato a due o tre candidati”.

“Arancio faccia il leader”. Una disamina piuttosto eloquente quella dell’ex consigliere comunale dem, oggi componente della direzione cittadina del partito, che fa luce sulle tante contraddizioni di un Pd locale, sempre teatro di scontri politici, ma soprattutto di posizionamento. “Il Pd ha perso alle regionali – continua Gulizzi – non solo per vicende come quella della raffineria Eni, ma soprattutto a causa dei continui scontri interni e delle rivalità che si susseguono. La soluzione? Arancio, che ha appena ottenuto il secondo mandato all’Ars, deve fare il leader e non può evitare di prendere una posizione decisa. Deve aprire il partito e, una buona volta, mettere definitivamente da parte quelli che l’hanno portato a livelli mai così bassi, almeno da un punto di vista di consenso elettorale. Abbiamo perso anche il sostegno di tanti imprenditori che hanno preferito appoggiare altri candidati, soprattutto del centrodestra. E’ vero che non può esistere un centrosinistra cittadino senza Pd, ma è altrettanto vero che il centrosinistra non può esistere solo con il Pd e l’esito elettorale l’ha rimarcato. Ovviamente, non prendiamo lezioni da chi si mantiene su posizioni ibride, rimanendo nel partito e appoggiando altri candidati”. Le parole di Gulizzi sembrano preannunciare una direzione cittadina che potrebbe trasformarsi in una vera e propria resa dei conti tra dem, l’ennesima.

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