I contrasti con un catanese e gli spari in via Tevere, giudizio immediato per Parisi

 
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Gela. Chiuse le indagini e giudizio immediato per il ventunenne John Parisi, accusato di aver ferito un rivale, lo scorso ottobre, a colpi di pistola. Un giovane catanese, Francesco D’Amico, venne raggiunto da un proiettile, che si conficcò nella gamba. Parisi entrò in azione nei pressi di un bar di via Tevere, al culmine di rapporti molto tesi con il ferito. Le ruggini sarebbero sorte dopo che lo stesso Parisi intraprese una relazione sentimentale con l’ex compagna di D’Amico. Quella sera, quando venne ferito, il giovane era arrivato in città per vedere la figlia, nata dalla precedente relazione. I pm della procura ritengono sufficienti tutti gli elementi di accusa raccolti in fase di indagine. Parisi è accusato di lesioni gravi e di aver avuto a disposizione un’arma clandestina, quella utilizzata per colpire il catanese. Non avrebbe comunque agito per uccidere ma solo per intimidire il rivale, che venne poi trasportato in ospedale, mentre il ventunenne si dava alla fuga.

Gli spari in via Tevere. In poche ore, però, i poliziotti del commissariato riuscirono a ricostruire l’intera dinamica e a rintracciare Parisi, attualmente agli arresti domiciliari. Difeso dall’avvocato Davide Limoncello, a questo punto potrebbe anche optare per un rito alternativo, che gli garantirebbe un’eventuale pena meno pesante.

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