Gela. Le attenzioni dei pm della Dda di Caltanissetta, ormai diversi anni fa, si concentrarono sui cantieri delle villette residenziali di contrada Catania-Casciana. Emersero forti interessi dei clan sia per i lavori che per tutti i servizi collaterali, compresi quelli delle guardianie. Anche il gruppo Alferi ebbe un ruolo e il gup del tribunale di Caltanissetta, al termine del giudizio abbreviato, ha condannato a sei anni e cinque mesi di reclusione Emanuele Cascino, ex luogotenente del boss Peppe Alferi e da tempo collaboratore di giustizia. La decisione del giudice è stata formalizzata negli scorsi giorni. L’antimafia aveva chiesto la condanna a quattro anni e quattro mesi di detenzione. La difesa di Cascino ha sottolineato proprio il ruolo di collaboratore, che con le sue dichiarazioni consentì di ricostruire la struttura del gruppo Alferi, che i magistrati ritengono la terza organizzazione di mafia del territorio locale, autonoma sia da Cosa nostra che dalla stidda. L’inchiesta toccò ulteriori aspetti, con gli Alferi che sarebbero stati in grado di controllare l’intero mercato locale della vendita di angurie, come accertato con l’inchiesta “Inferis”. La condanna di Cascino era stata chiesta anche dai legali di parte civile, che hanno assistito gli imprenditori che lavorarono nei cantieri del complesso residenziale di contrada Catania-Casciana.
Chi acquisiva subappalti era costretto ad adeguarsi alle imposizioni, per evitare ritorsioni e danneggiamenti. Le aziende vessate e i titolari sono stati rappresentati dagli avvocati Nicoletta Cauchi, Vittorio Giardino, Joseph Donegani, Floriana Cacioppo e Carmelinda Anzalone. Alle parti civili il gup ha riconosciuto il diritto al risarcimento dei danni. Cascino è difeso dall’avvocato Francesco Provenzano.