Hub del Mediterraneo, Salinitro: “Serve volontà politica e puntare su Gnl e Zes”

 
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Salinitro ha esposso le linee guida dell'eventuale progetto dell'hub

Gela. “Ci deve essere la volontà dei cittadini e che i governi e la politica comprendano e agiscano di conseguenza”. Secondo l’architetto Francesco Salinitro, ex assessore e adesso componente del Comitato Gate Mediterraneo Gela, “non basta essere l’approdo naturale del Mediterraneo, occupare la posizione geoeconomica più vantaggiosa per goderne i frutti”, con la realizzazione dell’hub logistico e commerciale. Ne ha parlato ieri, durante la webinar organizzata da “Mezzogiorno federato” e incentrata su portualità e Zes. Salinitro ha fornito diversi dati sui flussi e le rotte commerciali del Mediterraneo, sottolineando come il Golfo di Gela e altre aree siciliane non riescano comunque ad attirare un’adeguata mole. “La gran parte delle rotte di trasporto merci nel Mediterraneo è dislocata nel tratto che va dal Canale di Suez allo stretto di Gibilterra passando per il canale di Sicilia. In questa fascia di transito viaggia oltre il 20 per cento delle merci mondiali. Questa enorme ricchezza – ha spiegato – lambisce quotidianamente la Sicilia lungo la costa occidentale dell’isola ma, paradossalmente, è proprio in questo tratto di mare che non si trova alcun approdo in grado di accoglierla. Perdurando così le cose non solo la Sicilia e il territorio gelese perderanno una grande opportunità, ma la perderanno il Mezzogiorno e la nazione. Quelle merci passano e proseguono lungo la loro rotta fino ai porti attrezzati dell’Africa, della Spagna e della Francia e infine nei porti del nord Europa. In Italia, non trovano alcun porto in grado di fare altrettanto. C’è il porto container di Augusta, eppure, nonostante i fondali di oltre 30 metri, sono poche le merci che riesce a movimentare. Ciò sorprende sia perché la Sicilia si trova nella posizione più favorevole tra i paesi del Mediterraneo per svolgere questo tipo di attività, sia perché si trova lungo il collegamento europeo potenzialmente più importante: Catania e Palermo con i paesi scandinavi attraversando l’Italia e il cuore d’Europa”. Salinitro è ritornato sul protocollo di intesa e sullo sviluppo del Gnl. “Occorre ancora che la politica agisca per il bene comune e non per fini personali e che sappia tenere conto dei vantaggi di questa scelta. Che comprenda il vantaggio della correlazione fra grande portualità e le risorse del territorio, tra le quali, perfettamente sinergica – aggiunge – c’è la possibilità di distribuire il gas naturale liquido alle numerose navi in transito nel canale di Sicilia, come è negli impegni del protocollo di intesa del 2014. Il gnl è disponibile nella nostra città in quantità sufficiente a questo scopo, sia perché terminale di un gasdotto proveniente dalla Libia, sia perché estratto nel nostro territorio”.

Nella sua visione, pezzi fondamentali del progetto sono il ponte sullo Stretto e l’attivazione della Zona economica speciale. “Purtroppo, le poche merci che vengono movimentate nei porti siciliani devono affrontare una seconda sfida, l’insufficienza dei collegamenti stradali, ferroviari e aeroportuali. La stessa funzione di gateway delle merci che sbarcano ad Augusta, e un domani dal Canale di Sicilia, è penalizzata dall’assenza di un collegamento stabile tra la Sicilia e il continente. L’assenza del ponte sullo Stretto è, in sostanza, la ragione più forte per impedire la costruzione dell’alta velocità e dell’alta capacità in Sicilia. La Sicilia dal canto proprio non ha ancora ben compreso l’importanza strategia che assume il collegamento gestionale e infrastrutturale tra i porti del Canale di Sicilia, con il Mar Tirreno e il Mare Ionio, fino a far percepire la Sicilia come un’unica piattaforma logistica e portuale, indifferente ai punti cardinali di arrivo delle merci. Da Mazzara del Vallo, sul tratto settentrionale del Canale di Sicilia, e punto di arrivo del Gnl proveniente dall’Algeria e prevista nella Zes della Sicilia Occidentale, le merci possono giungere ai porti di Palermo e di Termini Imerese, che si trovano già lungo il collegamento europeo Sicilia-Paesi scandinavi, l’ex corridoio 1 – ha continuato nella relazione esposta – da Gela, sul tratto meridionale del Canale di Sicilia e punto di arrivo del Gnl proveniente dalla Libia ed essa stessa area di estrazione del gas naturale liquido, facente parte della Zes della Sicilia Orientale, le merci possono giungere a Catania proprio da Gela e poi su ferro e su gomma lungo lo stesso collegamento europeo, Sicilia-paesi scandinavi, prendere la strada per il continente europeo portando linfa vitale all’intero Mezzogiorno”. Le Zone logistiche semplificate previste per il nord, secondo Salinitro, rischiano di rendere vane le agevolazioni delle Zes, che però vanno attivate prima possibile.

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