Gela. All’indomani del turbinio concretizzatosi in aula consiliare, con le dimissioni del sindaco Lucio Greco, è soprattutto il centrodestra della mozione che deve interrogarsi. A spiegarlo è proprio l’avvocato. È certo di “aver agito nell’interesse della città”. “Allo stato ciò che conta non è il mio futuro, ma il risanamento economico-finanziario dell’ente”, dice. Per Greco, dietro al tentativo del blitz politico sulla sfiducia ci sono ragioni ulteriori che travalicano la sfera delle dinamiche dell’aula consiliare. “Il tentativo di sfasciare tutto da parte di alcuni non è riuscito. Mi rammarica, però, il fatto che delle forze politiche di livello nazionale, presenti anche nel governo regionale, siano andati dietro al carro di certi personaggi che mi odiano sul piano personale – spiega Greco – in quanto mi ritengono responsabile di aver bloccato certe operazioni affaristiche in cui erano pienamente coinvolti e di cui devono rispondere alla magistratura”. Greco ribadisce conclusioni che ha spesso sottolineato pubblicamente. Dal centrodestra attende ben altro. “Mi aspetto, per questo, delle prese di posizione da parte dei vertici regionali di tutti i partiti coinvolti in questa brutta storia”, aggiunge.
Le dimissioni sono arrivate al culmine di una seduta dalle tinte sempre più tirate e la decisione ha fatto desistere i “responsabili”. “Ieri è stata scritta una delle pagine più nere della politica cittadina che alcuni, per un misto di incoscienza e spirito di vendetta, volevano sfregiare e far precipitare in un profondo baratro. Se le mie dimissioni hanno permesso di evitare questo pericoloso disegno – dice inoltre – posso concludere di avere agito correttamente nell’interesse della città”. Allo stato, è il vicesindaco Mariangela Faraci a reggere le sorti dell’amministrazione e Greco non fa riferimenti precisi a ciò che accadrà nei prossimi giorni, quando avrà comunque la chance di ritornare sui propri passi, in una fase ancora molto difficile per l’ente.