Gela. Una conferenza stampa, risalente a quattro anni fa, indusse l’allora assessore e vicensindaco Simone Siciliano a sporgere denuncia. L’ingegnere si ritenne diffamato da quanto detto dall’imprenditore Angelo Mendola, ex presidente della Ssd “Città di Gela arl”, società calcistica che affrontò il campionato di serie D, e dal consigliere comunale Antonio Torrenti. Per quei fatti, è stato aperto il dibattimento, davanti al giudice Eva Nicastro. A rispondere alle accuse sono proprio Mendola e Torrenti (difesi dagli avvocati Flavio Sinatra e Fabio Fargetta). Siciliano ha scelto di costituirsi parte civile, assistito dall’avvocato Valentino Granvillano. Secondo quanto indicato anche dalla procura, Siciliano fu collegato al mancato pagamento dell’azienda campana Tekra, che come sponsorizzazione avrebbe dovuto versare circa ottantamila euro alla società calcistica, i cui vertici invece lamentavano mancati introiti. “Dietro quella fattura c’è Siciliano”, fu detto in conferenza stampa e la dichiarazione pubblica è finita agli atti della procura.
Il dibattimento è stato aperto e in aula si tornerà il prossimo aprile. L’ingegnere Siciliano, già all’epoca, indicò come false le accuse che gli venivano mosse. I rapporti con la dirigenza della società sportiva divennero molto tesi e solo qualche tempo prima l’allora vicesindaco aveva denunciato un’aggressione, proprio da parte di uno dei vertici della Ssd “Città di Gela arl”. Anche in quest’ultimo caso, partì un’indagine.