Gela. Il sindaco Lucio Greco rientra in municipio, “perché è la città che me lo ha chiesto”, e spara a zero contro gli “avventurieri” della sfiducia. L’avvocato non guarda in faccia nessuno, soprattutto rivolgendosi duro al centrodestra. “Quei consiglieri e quei partiti che a meno di un anno dalla fine della sindacatura volevano la sfiducia sono i veri nemici della città”, ha detto il primo cittadino rivolgendosi sul finale anche all’assessore autonomista Ugo Costa. “Assessore Costa – ha continuato il sindaco – altro che centrodestra, sono loro i nemici della città”. Il sindaco ha parlato di dimissioni presentate “perché non sapevamo come sarebbe finita con la mozione di sfiducia, l’ho fatto per evitare un danno economico alla città”. È andato subito al punto politico. “Forza Italia ha governato con me per tre anni e mezzo – ha precisato – perché sono andati via? L’hanno fatto appena hanno capito che la situazione finanziaria si aggravava. Sono fuggiti e hanno tradito la città, senza che il deputato regionale abbia detto niente. L’assessore di Forza Italia voleva essere difesa? Non l’ha mai chiesto e non penso ne avesse bisogno”. L’affondo è stato ancora più netto verso i consiglieri di Fratelli d’Italia. “Ci sono quelli che hanno fatto operazioni politico-affaristiche – ha detto – uno ha avuto attributi e si è dimessa. L’altro invece fa lo spavaldo e non l’ha fatto. Le famiglie con anziani all’Ipab “Aldisio” venivano da me a piangere. Ricevevano lettere di diffida per pagare rette fino a 1.600 euro con 600 euro di pensione. Cosa avreste fatto voi? Siamo andati dall’assessore regionale e subito è stato disposto il commissariamento. Me ne prendo tutte le responsabilità, questi consiglieri hanno fatto operazioni politico-affaristiche. Perché nessuno è intervenuto? L’onorevole Mancuso è in commissione antimafia. Non condanno nessuno ma c’è una sentenza del Tar che certifica che le operazioni fatte su Ipab erano illegittime”. Greco tronca con questo centrodestra, come era ormai conclamato.
La crisi finanziaria, ne è consapevole il primo cittadino, non è affatto risolta. “Una tempesta che abbiamo ereditato e ci sono i documenti a dirlo – ha detto ancora – i mancati pagamenti dei conferimenti a Timpazzo risalgono al periodo 2010-2018, c’è una sentenza di condanna del Comune. Il debito è di venti milioni di euro. I servizi aggiuntivi risalgono al 2014-2018 e il debito come indica una relazione tecnica è di 17 milioni. Con Italia Viva il rapporto si è interrotto perché non ho accettato di sostenere costi in più per il servizio rifiuti. Ancora oggi ci sono 5 milioni di debito sul progetto Agroverde che non riguarda la nostra amministrazione “. L’avvocato, con toni assai concitati, si è mosso a tutto campo, sapendo che il consiglio a breve dovrà pronunciarsi sul rendiconto 2021, fondamentale per “l’operazione verità”. “Ringrazio i consiglieri che responsabilmente hanno votato atti come il Pef e dal 3 luglio partiranno le prime attività di pulizia straordinaria di Impianti Srr. La città è in queste condizioni non per nostra volontà. La situazione finanziaria ha fermato le manutenzioni. L’ex dirigente – ha spiegato il sindaco – non ci aveva mai informato che potesse esserci questa situazione deficitaria. Cercammo subito di avere osservazioni al parere negativo dei revisori al bilancio ma il dirigente si dimise. Carte cose fanno riflettere. Come fa un Comune che incamera royalties ad essere indebitato fino alla testa? Con questo collegio dei revisori sono iniziati ad emergere numeri preoccupanti”. Per la prima volta, l’avvocato fa capire che anche le scelte dell’ex dirigente Depetro, per dieci anni alla guida degli uffici finanziari del municipio, non l’hanno convinto, anche rispetto alle modalità. Greco con il suo rientro chiama a raccolta i suoi e lancia la sfida politica al centrodestra della sfiducia. “Tutte queste cose – si è congedato – le dirò anche in piazza, candidato o meno”.