Gravi patologie nelle aree Sin, presentato rapporto: Lorefice, “Gela non ha avuto supporto”

 
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Roma. Questa mattina, in Senato, è stato presentato il sesto rapporto “Sentieri” sull’incidenza di gravi patologie nelle aree Sin, compresa quella locale. Il senatore Pietro Lorefice ha coordinato i lavori. “Lancio un appello al ministro della salute, agire come dovrebbe fare uno Stato e dare risposte ai cittadini’, ha detto. Come già riferito mesi addietro da questa testata la percentuale di patologie, sul territorio, rimane elevata. “Il rapporto “Sentieri” dell’Istituto superiore di sanità è uno dei pochi che ti dà la possibilità di avere una serie di dati validati, statistici, sanitari e ambientali. L’evoluzione che ha avuto il rapporto, che è arrivato alla sesta edizione, con l’inserimento degli indici socio-economici correlati ai territori, il cosiddetto indice di deprivazione, mette in risalto la fragilità dei territori che sono stati violentati da una industrializzazione selvaggia, che spesso non ha avuto un ritorno reale per le popolazioni che vivono quei territori e oggi ne subiscono più i danni che i benefici. C’è quindi un’ingiustizia ambientale e sanitaria – ha detto Lorefice all’Adnkronos – per questo voglio lanciare un appello affinché ci sia una regia a livello nazionale che si occupi delle popolazioni coinvolte nei siti contaminati registrati dal rapporto “Sentieri”.

Richiama anche le condizioni attuali del sistema sanitario cittadino. “È il caso, ad esempio, di Gela che ha il record a livello europeo e mondiale per le malformazioni e per la mortalità per alcune patologie tumorali, ma non ha avuto un supporto adeguato alla popolazione che ha subito i danni. La sanità regionale è allo sfascio – ha ribadito il senatore – e i presidi territoriali come l’ospedale “Vittorio Emanuele” e i laboratori correlati vengono via via depotenziati, mentre in quei siti e territori andrebbero invece potenziati alcuni distretti”. “Rilancio con forza l’appello al ministro della salute Schillaci di riprendere il mano il rapporto “Sentieri” e agire come dovrebbe fare uno Stato: andare in quei territori e dare risposte sanitarie – conclude – se vogliamo ridare giustizia a quei territori va potenziata la presenza dello Stato”.

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