Gli spari contro tre rivali a Settefarine, chiesti quattordici anni per Raitano

 
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Gela. “Ha sparato ad altezza d’uomo”. Il pubblico ministero Ubaldo Leo, a conclusione della sua requisitoria, ha chiesto la condanna a quattordici anni e sei mesi di reclusione per il ventenne Ruben Raitano, arrestato un anno fa, con l’accusa di triplice tentato omicidio e porto abusivo d’arma. Tra le strade di Settefarine, avrebbe più volte fatto fuoco contro tre rivali. Gli animi si erano accesi dopo una lite, causata da contrasti successivi alla compravendita di un’automobile. Il giovane, difeso dall’avvocato Cristina Alfieri, ha più volte ripetuto di essere stato aggredito dai tre. Dopo qualche minuto, almeno in base alla ricostruzione degli inquirenti, Raitano si sarebbe presentato nella stessa zona, nei pressi di un bar, e impugnando la pistola avrebbe iniziato a sparare. “Inizialmente, l’arma si era inceppata – ha proseguito il pm – poi, Raitano ha iniziato a sparare, colpendo uno degli uomini alla coscia. Solo il portasigarette di metallo, che aveva in tasca, bloccò il proiettile”.

Gli spari. Per l’accusa, Raitano avrebbe sparato con lo scopo di uccidere. “Non è vero che ha sparato a terra”, ha proseguito il pm. Ad aprile, spetterà al difensore concludere e il collegio penale del tribunale, presieduto dal giudice Miriam D’Amore, emetterà il verdetto. Raitano, dopo alcune ore dagli spari, si presentò alla caserma dei carabinieri di via Venezia. In aula, i rivali, sentiti dai giudici, hanno cercato di ridimensionare l’accaduto, sollevando dubbi sul fatto che il giovane volesse ucciderli.

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