Gli operai dell’indotto protestano in aula, i grillini sfiduciano Siciliano: scontro sulla commissione rifiuti

 
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Il neo capogruppo grillino Angelo Amato

Gela. Dopo settimane di “tregua”, la crisi dell’indotto Eni torna in aula consiliare con una ventina di operai presenti a chiedere spiegazioni sullo stato della vertenza.

“Siciliano va sfiduciato!”. Proprio il caso Eni ha fatto subito scattare l’attacco all’amministrazione comunale. “Il vice sindaco e assessore Simone Siciliano va sfiduciato perché, nonostante decine di missioni a Roma, non è riuscito a portare nessun risultato – ha detto il grillino Angelo Amato – un assessore del tutto inconcludente che pensa di poter ricoprire ogni delega senza, però, riuscire ad avere risultati apprezzabili. Purtroppo, ci venne presentato con credenziali false”.

La protesta degli operai. L’attacco del movimento cinquestelle all’assessore sostenuto fino allo scorso dicembre, prima del divorzio definitivo, ha fatto da contorno alle richieste dei lavoratori. “Non riusciamo ad avere neanche quei pochi ammortizzatori sociali che ci spetterebbero – hanno detto – oramai la vertenza Gela è morta. Purtroppo, chi ha la pancia piena non capirà mai i bisogni di chi non può mangiare o deve rivolgersi alla Caritas per avere i pacchi alimentari”.

“Un incontro direttamente con Crocetta”. Il Megafono, con Maria Pingo e Sara Bonura, ha chiesto le ragioni dell’assenza in aula del sindaco Domenico Messinese. “Dato che la giunta non riesce ad avere risultati – ha attaccato il democratico Giuseppe Ventura – bisogna andare oltre e chiedere un immediato incontro con il presidente della Regione Rosario Crocetta”. Un’altra stoccata alla giunta, rappresentata in aula dal solo assessore Flavio Di Francesco, è arrivata dal grillino Simone Morgana. “Mi scuso con gli operai in aula – ha detto – ma dovete sapere che ciò che fa la giunta comunale sul fronte Eni, ci è del tutto nascosto. Anche agli incontri ufficiali, facciamo fatica ad avere il permesso a partecipare. Le decisioni vengono assunte dal sindaco, dal presidente della regione e da Eni”. Risposte che, per l’ennesima volta, hanno spinto gli operai a lasciare l’aula. Il consiglio monotemtatico sulla questione Eni, originariamente fissato per il 31 maggio, verrà comunque posticipato a causa dell’indisponibilità della giunta.

Lo scontro sulla commissione d’indagine. La tensione, però, ha spaccato l’aula anche quando si è trattato di votare la proroga del mandato della commissione d’indagine sul ciclo dei rifiuti. Dopo una prima proroga, i componenti della speciale commissione ne hanno chiesto ufficialmente una seconda con l’obiettivo di valutare nuovi materiali e documenti. Il no secco è arrivato da Sara Bonura e Maria Pingo del Megafono. “Questa commissione, almeno in origine – hanno detto – doveva essere a costo zero ma poi è spuntato il gettone di presenza. Non si possono sprecare i soldi dei cittadini in questo modo. Prima relazionino sul lavoro già svolto e solo dopo sarà possibile decidere sulla necessità di prorogare il mandato”. Lo scontro si è concretizzato proprio tra le esponenti del Megafono e il grillino Angelo Amato che ha chiesto di votare a favore della proroga di modo da permettere alla commissione, della quale fa parte, di valutare non solo i nuovi atti ma di scendere nell’analisi del periodo compreso tra il 2005 e il 2010. “E’ quello con gli esborsi maggiori sul fronte del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti – ha precisato – in quel periodo era sindaco l’attuale presidente Rosario Crocetta che, a questo punto, convocheremo in audizione. Personalmente, già da aprile ho rinunciato a percepire il gettone di presenza”. Con tredici voti a favore e due contrari, ovvero gli esponenti della Lista Musumeci, è mancato il numero legale. Votazione spostata di ventiquattro ore. “E’ assurdo – dicono proprio Vincenzo Cascino e Anna Comandatore della Lista Musumeci – il consigliere Sara Bonura ha prima criticato il gettone di presenza in commissione d’indagine e, poi, è uscita dall’aula insieme agli altri esponenti del Megafono facendo mancare il numero legale e causando un costo ulteriore alle casse del Comune dato che tra ventiquattro ore bisognerà svolgere un’altra seduta. Per fermare sul nascere ogni forma di populismo ci siamo opposti alla proroga, chiedendo di portare il materiale fino ad ora elaborato dalla commissione direttamente alla procura della repubblica”. Molto contrariato dalla caduta del numero legale è anche il forzista Salvatore Scerra. “All’ordine del giorno ci sono importanti debiti fuori bilancio da vagliare con molta attenzione – ammette – e i consiglieri cosa fanno? Si scontrano su temi oramai già definiti, bloccando i lavori. Credo sia una condotta da condannare”. Il sì alla proroga del mandato è arrivato anche dal capogruppo del Pd Vincenzo Cirignotta che ha invitato tutti ad abbassare i toni della polemica davanti al lavoro d’indagine condotto dalla commissione speciale.

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