Gela. Ha violato le prescrizioni impostegli dalla sorveglianza speciale, ma quelle misure andavano riviste, soprattutto dopo la sua scarcerazione. E’ arrivata l’assoluzione per il trentatreenne Gianluca Pellegrino. I pm della procura lo accusavano, appunto, di aver più volte violato gli obblighi legati alla sorveglianza speciale. L’imputato, che gli investigatori considerano vicino al gruppo mafioso degli Emmanuello, doveva rispondere alle contestazioni davanti al giudice Lirio Conti. La difesa, sostenuta dall’avvocato Giacomo Ventura, ha prima ottenuto la riunione di due procedimenti analoghi e poi ha richiamato anche alcuni recenti pronunciamenti arrivati dai giudici della Corte Costituzionale.
Le misure dei magistrati. Pellegrino, infatti, dopo un lungo periodo di detenzione, di circa sette anni, tornò in libertà e da quel momento gli venne riapplicata la misura della sorveglianza speciale, senza però passare da un necessario vaglio del relativo tribunale. Per il difensore, quindi, Pellegrino avrebbe violato misure che non avevano ottenuto la necessaria valutazione dei magistrati, che avrebbero dovuto riadattarle. Una linea che ha convinto il giudice Conti, tanto da fargli emettere un dispositivo di assoluzione. Pellegrino è attualmente detenuto, dopo l’arresto successivo al blitz “Falco”.