Gli interventi nella sede dell’antiracket a Palazzo Guttilla, una delle aziende escluse vince al Tar

 
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Gela. E’ stata esclusa dalla gara perché, sulla busta contenente l’ammontare dell’offerta economica presentata mancava la firma del legale rappresentante ma c’era comunque il timbro dell’azienda.

La gara per gli interventi a palazzo Guttilla. Così, è stato accolto il ricorso presentato dall’impresa Capizzello Antonio che, per il tramite dell’avvocato Nicola Nicoletti, si era rivolta ai giudici del tribunale amministrativo di Palermo. Al centro della questione, la gara d’appalto bandita dal Comune per l’aggiudicazione dei lavori di rifacimento di un’ala dello storico palazzo Guttilla, rientrante in un progetto legato al consumo critico antiracket. La gara è stata aggiudicata ad un’altra azienda mentre quella che ha optato per il ricorso al tar venne esclusa proprio per l’assenza di una firma nella busta contenente l’offerta economica. Per i giudici palermitani, però, l’esclusione è stata illegittima. La riconducibilità dell’offerta all’azienda poteva essere garantita anche solo dal timbro apposto. “Risulta decisivo rilevare che l’atto si trovava all’interno del plico chiuso – scrivono i magistrati amministrativi – contenente gli atti depositati a corredo alla domanda di ammissione alla gara, regolarmente sigillato e firmato in ogni lembo di chiusura. A fronte di tali emergenze, non appare discutibile la riconduzione dell’atto in questione alla richiesta di partecipazione alla gara inoltrata dalla ricorrente, ed, in assenza di alcuna incertezza sul punto, illegittimamente, ed in contrasto con il principio del favor partecipationis, ne è stata disposta l’esclusione”. Per questa ragione, è stato disposto l’annullamento del verbale di riapertura della gara negoziata.

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