Gela. Sono in totale ventisei gli ex proprietari dei terreni espropriati per far spazio ai cantieri, fermi da anni, del polo fotovoltaico Agroverde che hanno scelto di rivolgersi ai giudici. Gli ex proprietari hanno impugnato i provvedimenti autorizzativi. Il caso è arrivato davanti ai magistrati del Tribunale amministrativo di Palermo. Gli ex proprietari delle aree comprese tra le contrade Cappellania, Tenuta Bruca e Sant’Antonio contestano soprattutto l’iter procedurale che ha condotto all’esproprio ma anche quello legato al rilascio delle autorizzazioni. I loro legali Guglielmo Piazza, Angelo Cascino e Giuseppe Lopresti, proprio davanti ai giudici del Tar palermitano, hanno subito deciso di chiedere una trattazione nel merito del loro ricorso. Quindi, niente richiesta di sospensiva, come originariamente proposto. In questo modo, i legali mirano ad ottenere una decisione nel merito in tempi più stretti rispetto a quanto sarebbe accaduto passando dalla sospensiva degli effetti di tutti i provvedimenti autorizzativi impugnati. La richiesta di entrare subito nel merito dei contenuti del ricorso e delle richieste risarcitorie consentirà una maggiore tutela degli interessi degli ex proprietari, che ancora attendono di vedersi riconosciute le giuste indennità. In giudizio, intanto, si sono costituiti sia l’ente comunale, con l’avvocato Feliciana Ponzio, sia la cooperativa Agroverde, con il legale Ferdinando Maurelli. Da oltre tre anni, si cerca una soluzione che, allo stato attuale, appare decisamente lontana.Non si è raggiunto alcun accordo tra i responsabili di Agroverde e gli espropriati, mentre la Regione ha prorogato l’autorizzazione unica fino al prossimo marzo. Per i legali che assistono gli ex proprietari, sussisterebbe, addirittura, la presunta falsità di alcuni passaggi preliminari al rilascio dell’autorizzazione. Nel corso di una conferenza di servizi del maggio di tre anni fa, si sarebbe fatto riferimento alla “disponibilità dei suoli da parte della società Agroverde, essendo già concluse le procedure espropriative”. In base al ricorso presentato dagli ex proprietari, si tratterebbe di una conclusione priva di fondamento. A quella data, infatti, non ci sarebbe mai stata una procedura d’esproprio conclusa. A questo punto, saranno proprio i legali degli espropriati a presentare un’istanza per la fissazione della prossima udienza, durante la quale i giudici del Tar palermitano entreranno nel merito del ricorso.