Gela. Asili nido comunali “retrocessi” e debiti fuori bilancio che non finiscono di creare turbolenze negli equilibri, già molto fragili, dell’aula comunale. Questa volta, sono stati proprio i debiti fuori bilancio a far svuotare il civico consesso, facendo venire meno il numero legale.
Le tensioni, comunque, sono subite maturate intorno al tema dell’istituzione di asili nido comunali.
Il duello, non tanto a distanza, è andato in scena tra il democratico Enrico Vella e l’assessore all’istruzione Giovanna Cassarà, sua compagna di partito.
“Come facciamo a decidere su un punto come questo – è intervenuto Vella – senza avere alcuna precisazione sulle tariffe che verranno adottate, sulle aree da destinare a queste strutture, su chi sia, eventualmente, interessato ad investire. Non vorrei si creasse un nuovo caso McDonald’s. Questo provvedimento va subito ritirato e approfondito perché non ne conosciamo l’eventuale peso finanziario”.
Quasi immediata la risposta dell’assessore presente in aula. “Pensavo – ha detto – che portare in aula un regolamento che possa dettare le linee per l’istituzione di asili nido pubblici in città andasse incontro non solo ai miei desideri ma anche quelli di questo consiglio. Non c’è alcuna immediata istituzione di un asilo nido. Si tratta solo di un regolamento che andrà a definire l’intera materia per dare regole certe a tutti. Non ritiro l’atto. E’ una battaglia di civiltà che non ha colori, mi sento con la coscienza a posto, anche se non dovesse realizzarsi. E’ un atto che reputo giusto. Prima di parlare delle tariffe dobbiamo capire come sarà organizzato il servizio”.
Dubbi sono stati espressi anche dall’esponente del Megafono Gaetano Trainito. “La commissione affari generali – ha ribadito – non ha rilasciato alcun parere su questo provvedimento”. Dopo i brevi interventi di Maria Pingo, Salvatore Gallo, Giuseppe Morselli e Giusepe Collura, è passata la proposta avanzata dal consigliere Udc Guido Siragusa. Ovvero, punto retrocesso tra gli ultimi all’ordine del giorno e attenzione spostata su tredici debiti fuori bilancio della “famigerata” lista di quelli con valore superiore ai trentamila euro.
Si sono subito spalancate le porte ad aspri confronti. “Vi chiedo – è intervenuto il dirigente del settore bilancio Alberto Depetro – di ritirare tutti quelli che non prevedono rateizzazione. Allo stato attuale, non posso garantire copertura per l’esercizio in corso. Considerate che sono già arrivati agli uffici preposti altri debiti per un valore non inferiore al milione e mezzo”.
Una richiesta che ha ulteriormente scaldato gli animi in aula. “Che si chiaro – ha esordito il socialista Piero Lo Nigro – nessuno può sentirsi in diritto, all’interno di quest’aula, di dettare la linea su atti che sono di esclusiva competenza del civico consesso. Altro che indagine della Corte dei conti, dovrebbe essere la procura della repubblica ad indagare sui responsabili di debiti e scelte amministrative che hanno spinto ad espropriare terreni per pochi euro al metro quadro per poi trovarsi con decisioni dei giudici capaci di riconoscere fino ad ottanta o novanta euro per le stesse porzioni. Non possiamo fare preferenze, a questo punto dobbiamo restituire tutte le delibere arrivate in aula”.
Una linea sposata dal consigliere dell’Udc Guido Siragusa. “Il dirigente Depetro – ha aggiunto – ci sta comunicando dati che avrebbe dovuto anticiparci, già tempo addietro, il sindaco Fasulo. Questo comune è devastato dai debiti. La procura della repubblica dovrebbe indagare sull’identità di chi ci ha condotti a questa situazione. Onestamente, mi riesce difficile dare una risposta per capire cosa fare davanti al caso dei debiti fuori bilancio”.
Ulteriore benzina sul fuoco è stata gettata dal democratico Giacomo Gulizzi. “Mi chiedo – è intervenuto – che fine abbia fatto il legale che l’amministrazione avrebbe dovuto nominare per effettuare una ricognizione completa sulle responsabilità e le scelte che, oggi, ci portano ad affrontare debiti enormi. Chiedo ufficialmente al dirigente Depetro di indicare, settore per settore, il numero di debiti ancora in itinere. Perché alcuni funzionari di questo ente hanno scelto di tenerli nei loro cassetti per anni? In ogni caso, non possiamo dare precedenza ad alcuni creditori a discapito di altri, ci metteremo davanti al rischio di nuove azioni giudiziarie”.
Il compagno di partito Enrico Vella ha rincarato la dose. “Non me la prendo affatto con il solo dirigente presente in aula – ha precisato – qui manca del tutto l’input da parte del capo dell’amministrazione. Cosa dovrebbe dirci un dirigente? Dov’è il sindaco che, peraltro, detiene anche la delega al bilancio. Dobbiamo capire di quale morte moriremo”. Critiche, tutt’altro che velate, sono giunte da Giuseppe Di Dio di Articolo 4. “E’ una questione squisitamente politica – ha attaccato – in questo comune, la politica ha assegnato deleghe troppo ampie alla burocrazia. I dirigenti, oramai, compiono scelte politiche. Altro che consiglieri impegnati in campagna elettorale, dov’è il rendiconto di gestione? Temo che sia proprio l’amministrazione già impegnata nella caccia ai voti”.
E, prima dello sciogliete le righe definitivo, l’aula si è regalata un inedito duello, fatto di parole tutt’altro che light, tra il presidente Giuseppe Fava ed il suo vice Vincenzo Cirignotta. Il presidente ha accusato il numero due di aver chiesto in aula chiarimenti e indicato dubbi che, solo fino a poche ore prima, non erano mai stati sollevati.
“Lei non agisce in maniera autonoma – ha urlato Fava – così manda all’aria tutto il lavoro compiuto. Non è corretto!”. Il neo consigliere del Pd ha risposto per le righe. “Solo uno stupido – ha ribadito – non cambia idea”.
Morale della favola, maggioranza ancora in alto mare non solo sui debiti fuori bilancio che rischiano di non avere copertura finanziaria ma anche sul caso dei nidi comunali. Quindi, numero legale saltato e tutti ancora in aula lunedì prossimo.