Gela. Le uniche “note” politiche emerse dalla verifica di ieri fissata dal sindaco Di Stefano, in presenza dei pezzi della sua maggioranza, come abbiamo riferito riguardano i cambi in corsa, previsti ormai da mesi. L’assessore dem Arancio e quello in quota comunisti Favitta, per ragioni personali e lavorative, a breve lasceranno. I democratici non puntano solo alla staffetta naturale con Arancio ma anche alla seconda collocazione, quella che dovrebbe essere lasciata da Favitta. Un automatismo che non convince, ormai da tempo, proprio i vertici locali del Partito comunista, che in giunta e nel progetto amministrativo vogliono rimanerci. “Condivisibile e apprezzabile la parte riguardante scelte e azioni a favore del nostro territorio. Stranizza invece, nel contesto di un serio confronto programmatico, la posizione del Pd, che ha chiesto di sostituire Favitta, in quota Pci, chiamato a svolgere nuovi e importanti incarichi lavorativi, e Arancio, che lascerà per sue questioni personali, con due esponenti del loro stesso partito – dice il presidente Pci D’Arma – riteniamo che a tre mesi dalle elezioni non puo’ essere stravolto il quadro politico di riferimento iniziale”.
L’idea dei comunisti non cambia, a Favitta deve subentrare un altro esponente di area Pci. “Il partito ha chiesto che a Favitta subentri un esponente del nostro gruppo politico – conferma D’Arma – non si disconosca il peso politico in consiglio e l’esigenza di una adeguata rappresentanza assessoriale. Riteniamo che il tutto possa essere affrontato nei tempi consentiti e in termini complessivi”. Il punto politico è piuttosto chiaro: non si vogliono stravolgimenti profondi della coalizione che ha vinto le amministrative, indipendentemente dagli accordi stretti dal primo cittadino.
Mi spiace per l’assessore Favitta, in quanto lo reputo tra i pochissimi competenti, Seri, adeguati e in grado di fare davvero qualcosa per Gela. Ma se come leggo è una sua scelta, va benissimo così.