Gela. “Progetto civico e carta etica disattesi dalla giunta”. Un “tradimento” politico che l’architetto Francesco Salinitro non fa fatica a sostenere, soprattutto dopo quanto spiegato dal vicesindaco Terenziano Di Stefano, che ha preso le distanze dai suoi giudizi, molto critici verso l’attuale amministrazione comunale. Di Stefano e l’ex assessore Salinitro, due anni fa, furono tra le anime politiche del “civismo” che battezzò la candidatura dell’avvocato Greco. Da allora, però, le distanze sono diventate incolmabili e Salinitro (che fa parte del gruppo di Unità Siciliana-Le Api e del progetto di “Mezzogiorno Federato”) guarda alla città e all’amministrazione comunale, con un senso di forte disagio. In sostanza, secondo l’architetto, del programma sugellato per le amministrative non è rimasto nulla e ancora peggio niente è stato concretizzato. “Di Stefano ha risposto in modo stizzito, fino a toccare, con affermazioni non vere, corde di natura personale, manifestando un nervosismo figlio della cattiva gestione dell’amministrazione della nostra città. “Unità Siciliana” ha ribadito più volte che “Progetto Civico per Gela” è nato con uno spirito ben espresso nella carta etica da tutti sottoscritta, e con degli obiettivi ben elencati nel programma elettorale. Questo spirito e questi obiettivi, la giunta li ha disattesi sfn dalla designazione a candidato sindaco di Lucio Greco, assecondato dal suo vice. Più volte abbiamo messo in rilievo inadempienze e contraddizioni di questa giunta, rilievi spesso ignorati e mai motivatamente contestati. Perciò riportiamo la questione alla politica – dice Salinitro – ricordando che “Progetto Civico” nasce, tra la sottovalutazione dei più, dopo due anni di faticosa gestazione durante la quale il ruolo di “Unione dei Siciliani”, prima, e “Unità Siciliana”, poi, è stato prevalente. Un progetto imperniato su un’idea di città e di territorio di alto profilo da realizzare progressivamente seguendo un percorso per fasi, che doveva essere ben visibile e riconoscibile fin dalle prime mosse. Il primo atto della nuova amministrazione voleva essere altamente simbolico, la pulizia straordinaria della città per dare ai cittadini il segnale di una svolta che non c’è mai stata e così la giunta ha continuato ad operare in modo confuso e contraddittorio, incapace di una strategia a lunga scadenza e di trovare soluzioni efficaci ai problemi pur avendo a disposizione un programma che fornisce non di rado indicazioni sul da farsi, come fa per la raccolta dei rifiuti per la quale viene proposto l’impegno alla rimodulazione del servizio, il contrasto all’abbandono selvaggio dei rifiuti con un assiduo controllo del territorio coinvolgendo i comitati di quartiere, le associazioni di volontariato e le relative premialità. Immaginavamo una città inclusiva noi di “Progetto Civico”, attenta ai bisogni dei concittadini meno fortunati liberandoli dalle barriere architettoniche presenti negli uffici comunali. Invece, questa giunta è arrivata a scontrarsi con le categorie che si era impegnata a difendere e perfino a farsi imporre dall’opposizione soluzioni che erano un obbligo programmatico liberamente assunto”. Un totale cambio di vedute, secondo Salintro, che progressivamente ha portato la giunta “Greco-Di Stefano” ad assumere scelte amministrative, fuori dal programma iniziale, anche rispetto al passaggio alla Città metropolitana di Catania. “Un impegno qualificante e perciò vincolante riguardava l’obbligo di rispettare il risultato referendario che prevede l’adesione di Gela all’Area Metropolitana di Catania, ma appena si prospettarono le elezioni provinciali, poi saltate, il miraggio di avere come Presidente della Provincia il sindaco gelese, aveva fatto accantonare gli impegni sottoscritti, un disimpegno che si consumava con il consenso di tutti i componenti della giunta. Ci fu una riunione molto tesa su questo punto tra “Unità Siciliana” e la giunta nel corso della quale fummo gli unici a sostenere quella scelta. Ricordo, a chi ha la memoria corta, che il valore di quel punto programmatico era così alto che per questa ragione alcuni movimenti non aderirono alla nostra proposta politica. Dovevano istituire e non l’hanno fatto – continua Salinitro – un apposito ufficio per l’attivazione e istruzione dei finanziamenti europei, statali e regionali e per eliminare le cause interne che impediscono l’erogazione dei fondi al nostro Comune. La città invece continua a perdere finanziamenti e non riesce ad attivarne di nuovi. Dovevano, sempre per impegno programmatico, incrementare il numero dei vigili urbani, e invece hanno buttato a mare una grande opportunità, facendo scadere inoperosamente un bando nazionale che ci avrebbe consentito l’assunzione di un numero consistente di addetti a costi pressoché nulli. Dovevano avviare il processo di revisione di un Prg non in grado di assecondare lo sviluppo della città, e un trattamento equo tra tutti i cittadini, ma anche qui, nulla. Dovevano avviare la realizzazione delle centralità urbane di Manfria e Roccazzelle e la viabilità pedonale e ciclabile sul fronte mare di Manfria, il cui progetto è disponibile da qualche anno, ma tutto tace”.
Non va per nulla meglio quando si tocca il tasto dell’industria e della portualità, riferimenti programmatici importanti, nell’iniziale spirito “civico” della coalizione. “Un protocollo d’intesa esiste dal 2014, come pure l’accordo di programma per la zona Asi rimasto inattuato. Nonostante il programma elettorale di “Progetto Civico” ne faccia esplicito riferimento non si registra alcuna azione in queste direzioni e con lo star fermi si è finito con il regalare, senza contropartite, l’hub del Gnl a Malta, salvo la ridicola e ovvia richiesta del “purchè paghino gli espropri”. Eni fa il proprio mestiere e attua il protocollo del 2014 per le parti di suo interesse, ma procede come se in città mancasse un’amministrazione con la quale interloquire e così siamo tornati indietro nel tempo quando l’Anic faceva la politica e l’urbanistica locale. Ci trasciniamo un porto turistico e peschereccio invischiato nelle pastoie regionali nell’assenza di qualsiasi azione politica comunale per salvare due settori ormai scomparsi o migrati altrove. Sulla grande portualità è ancora la stessa pena. E’ di tutta evidenza l’importanza strategica di questo settore per la Sicilia e per il territorio gelese – conclude l’architetto – che si affaccia sui grandi traffici navali, un territorio che gravita su Catania per tradizione, per appartenenza alla stessa Zona economia speciale, per far parte della stessa Area logistica integrata e per un referendum plebiscitario che ha scelto Catania come area di riferimento economico-amministrativa. Sarebbe naturale quindi, completare questa architettura amministrativa inserendo la città tra i porti dell’Autorità di Catania, e invece la giunta Greco-Di Stefano, visto che si tratta di sviluppo economico, dichiara che sta lavorando per fare entrare la città nell’Autorità portuale di Palermo. In tal modo, quando le Zes progetteranno il loro futuro e avranno i fondi per agire, la nostra città sarà ignorata dagli uni e dagli altri, vanificando il gran lavoro fatto, in primo luogo da “Unità Siciliana–Le Api”, perchè fosse inserita tra le Zes siciliane”. Il vicesindaco Di Stefano, nonostante l’ormai evidente diffidenza “civica”, ha comunque invitato Salinitro a collaborare con l’amministrazione. Lo stesso esponente di “Unità Siciliana”, però, ritiene che non ci siano le condizioni, dopo tutti gli impegni programmatici violati dalla giunta. “Chiede e offre collaborazione il vicesindaco, dopo avere fatto terra bruciata, ma gli ricordiamo che “Unità Siciliana” – conclude Salinitro – ha risposto positivamente più volte alla richiesta di collaborazione, non chiedendo nulla in cambio se non l’irrinunciabile impegno ad attuare il programma di “Progetto Civico”. Purtroppo, alle parole non sono mai seguiti i fatti e ora siamo al giro di boa, quando i tempi per una vera svolta non ci sono più”. L’area civica che sostiene l’amministrazione comunale e quella che fondò l’esperimento politico di due anni fa, sembrano ormai mondi assolutamente lontani.