Gela. La procura, come riferito da Adnkronos, ha iscritto due persone nel registro degli indagati, due sanitari, per la morte della giovane donna, Fabiana Alessi, 23 anni, deceduta martedì sera all’ospedale di Mazzarino. I familiari della giovane, mamma di un bimbo di 3 anni, hanno presentato un esposto perché, a loro dire, ci sarebbero state delle negligenze nel prestare i primi soccorsi alla donna. La giovane era a casa quando improvvisamente, nel pomeriggio di martedì, si è accasciata a terra. Il marito, Simone Barresi, ha subito chiamato il 118 mentre tentava di soccorrere la donna che non riusciva a respirare. La giovane coppia abita a pochissima distanza dall’ospedale, ma a quanto pare sarebbe stata inviata un’ambulanza non medicalizzata. “La Procura di Gela a seguito del decesso della donna di 23 anni di Mazzarino avvenuto in ospedale, dopo un malore nella propria abitazione, ha aperto un fascicolo modello 21, per omicidio colposo e colpa medica professionale. Allo stato ci sono due indagati che hanno ricevuto una informazione di garanzia, come atto dovuto a seguito della autopsia al fine di accertare le cause della morte della giovane”, spiega all’Adnkronos il procuratore capo Musti.
“Non c’è stato alcun sequestro della salma – aggiunge poi Musti – ma una messa disposizione della salma all’autorità giudiziaria al fine di accertare le cause della morte”. E spiega: “Abbiamo anche conferito delega al Nas dei Carabinieri di Ragusa, che è competente per territorio di Gela, al fine di accertare se l’autoambulanza 118 dovesse essere provvista di medico rianimatore e verificare i tempi di intervento, ma anche accertare i turni del pronto soccorso”. “Al fine di accertare – dice – se le condizioni di lavoro dell’ospedale di Mazarino siano state conformi per affrontare la criticità che poi ha portato al decesso della giovane donna”. L’Ordine dei Medici di Caltanissetta esprime il suo profondo cordoglio ai familiari della giovane. “La scomparsa improvvisa di una persona cara è sempre molto dolorosa, ma non può essere il medico il luogo comune che lo vede sempre come principale responsabile di ogni sofferenza o disservizio sanitario. La morte è un lutto profondo, ma in nessun caso possiamo tollerare le minacce di morte che sarebbero state rivolte al cardiologo Enzo Marino, stimato professionista in servizio al pronto soccorso dell’ospedale. I medici sono il cardine dell’assistenza ed è arrivato il momento che le Istituzioni competenti attivino con maggiore incidenza tutti gli strumenti necessari a garantire loro la sicurezza dovuta”. Così il presidente dell’Omceo di Caltanissetta Giovanni D’Ippolito. A nome del Consiglio Direttivo, il Presidente esprime dunque “piena vicinanza al cardiologo e a tutti gli altri medici e sanitari logorati da tanta aggressività, che continua a crescere a ritmi inaccettabili, soprattutto nelle aree emergenziali dove sono evidenti carenze di organico. Per tale ragione a tutela della dignità professionale e umana di tutti i medici – conclude D’Ippolito – abbiamo già incaricato il nostro legale Michele Intilla all’eventuale costituzione di parte civile dell’Ordine dei Medici di Caltanissetta”.