Gela. I giudici della Corte d’appello di Caltanissetta hanno confermato la condanna, a quattro anni e due mesi di reclusione, per il trentenne accusato di violenza sessuale su una giovane ventitreenne. I fatti si verificarono in un’area isolata, a Montelungo. Pare che l’imputato riuscì a portare la ragazza in quel punto, facendole inizialmente credere che in realtà avrebbero trascorso alcune ore con la sua famiglia. La giovane rivelò l’accaduto ai medici del pronto soccorso dell’ospedale “Vittorio Emanuele”. Il rapporto sessuale avvenne, sulla base di quanto contestato dall’accusa, senza l’assenso di lei. L’imputato, rappresentato dall’avvocato Maurizio Scicolone, riferì di un rapporto consensuale. La ragazza è stata parte civile nel procedimento, assistita dall’avvocato Rosario Prudenti, che ha insistito per la conferma della decisione del gup di primo grado. La procura generale ha concluso indicando l’esigenza della pena, riconoscendo la colpevolezza del trentenne.
L’indagine venne condotta dai pm della procura gelese e dagli agenti di polizia, che effettuarono rilievi anche tecnici. E’ stato riconosciuto il diritto al risarcimento dei danni per la giovane.