Gela. Ha svolto attività sociale e ha continuato gli studi, fino a frequentare l’università. Un giovane, minorenne all’epoca dei fatti, è riuscito a superare un periodo molto difficile, che lo portò ad essere accusato di tentata estorsione ai danni di un coetaneo, che otto anni fa venne preso di mira da un gruppo di bulli. In base alle accuse, ne faceva parte anche il giovane finito a processo e condannato in primo grado a due anni e sette mesi di detenzione. Avrebbe preteso denaro dalla vittima, ricattata per non subire ripercussioni. Il nuovo difensore, l’avvocato Giovanna Cassarà, ha impugnato la condanna di primo grado e in Corte d’appello ha ottenuto l’assenso alla messa alla prova. Dopo le verifiche degli assistenti sociali, c’è stato l’esito favorevole. Il giovane imputato si è dimostrato deciso a cambiare e anche la sua famiglia lo ha sostenuto. L’esito positivo dell’attività sociale svolta ha convinto i giudici a disporre la chiusura del procedimento a sua carico. Insieme all’imputato, vennero coinvolti altri tre minori, due rispondono di lesioni (davanti al gup), per aver picchiato il ragazzo che avevano preso di mira e che come loro frequentava le zone della movida cittadina.
Un altro, a sua volta accusato per gli stessi fatti, è stato condannato. Il giovane che ha svolto la messa alla prova si è dimostrato veramente pentito di quanto accaduto e ha voluto mettersi a disposizione degli altri, per ripagare gli errori del passato.