"Gelo" tra dem, Orlando può diventare un caso: Di Stefano, "nessuno mette in dubbio ruolo Pd"

Di Stefano non sembra turbato dai potenziali marosi interni al Pd. Le valutazioni dovranno farle proprio i dem, al cui interno Orlando potrebbe diventare un caso

13 dicembre 2025 20:32
"Gelo" tra dem, Orlando può diventare un caso: Di Stefano, "nessuno mette in dubbio ruolo Pd" -
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Gela. Verifiche politiche perentorie difficilmente ce ne saranno a Palazzo di Città, in un periodo dedicato alle festività e amministrativamente all'approvazione degli atti per il polo tecnologico “Sinapsi”, che come abbiamo riferito dovrebbero arrivare in aula consiliare entro fine anno. Il sindaco Terenziano Di Stefano non rinuncia alla sua piena libertà di manovra e oggi ha partecipato all'iniziativa organizzata dall'Mpa, in presenza del leader Raffaele Lombardo, così come aveva già fatto con “Sud chiama nord” e Cateno De Luca e con Ismaele La Vardera che ha tenuto a battesimo il patto tra “Controcorrente” e “PeR”. Lo stesso Di Stefano non ha per nulla snobbato neanche alleati di peso specifico, come i dem, prendendo parte a un incontro per gli auguri natalizi. Proprio i democratici sembrano affrontare un periodo di ambivalenze interne. Se gran parte del gruppo dirigente, insieme agli assessori, non ha per nulla fretta di mettersi al tavolo della verifica, pur sapendo che comunque si arriverà a farla nei prossimi mesi, il capogruppo Gaetano Orlando vuole invece ridefinire il perimetro del governo cittadino e le relative caselle, prima possibile. Una posizione, quella del capogruppo, che non ha trovato porte aperte dal resto della dirigenza, che avrebbe preferito una modalità di porsi differente, all'indomani dell'approvazione del bilancio stabilmente riequilibrato e in attesa della valutazione ministeriale. Il segretario cittadino Giuseppe Arancio ha già spiegato che il sindaco Di Stefano ha il pieno appoggio del partito e che la verifica si farà ma senza bisogno di affrettarla. In casa dem, pare essere sceso il gelo e Orlando potrebbe diventare un caso interno da affrontare prima possibile o magari da far decantare progressivamente. “Nessuno vuole mettere in dubbio il ruolo del Pd – dice il sindaco – stiamo parlando del secondo partito d'Italia e che ha una posizione importante nel governo cittadino, essendo la forza principale. So bene che ci saranno le elezioni regionali e il mio compito è di portarli all'obiettivo. Non ho alcuna intenzione di escludere nesssuno”. Il sindaco ha più volte ripetuto, subito dopo il sì allo strumento finanziario, che la verifica politica si farà quando ci sarà una richiesta ufficiale da una delle segreterie dei partiti che lo sostengono. L'unico fermento sembra quello democratico, almeno di una parte del Pd, come dimostra la tensione espressa, non da adesso, da Orlando. “Fino a oggi, nessuno mi ha chiesto nulla – sottolinea il primo cittadino – io sono sempre pronto a chiarire, se c'è necessità, e a confrontarmi con tutti. Il contributo elettorale non per forza va misurato con il numero degli assessori. E' la qualità del lavoro che incide”. Di Stefano non sembra turbato dai potenziali marosi interni al Pd. Le valutazioni dovranno farle proprio i dem che in giunta sono rappresentati dagli assessori Giuseppe Fava e Peppe Di Cristina, che con il primo cittadino non hanno mai avuto intoppi amministrativi o divergenze di vedute, e in aula consiliare mettono insieme sei esponenti, costituendo la forza portante della maggioranza. Un dato appare assodato, Di Stefano non ha mai negato piena autonomia decisionale a tutti gli assessori né lo farà e agli alleati non ha imposto condizioni da dentro o fuori: però, vuole reciprocità e non gradisce che possano sorgere dubbi sulla sua osservanza degli accordi elettorali (peraltro stretti pure con entità attualmente fuori da Palazzo di Città) e del programma per la città.

In foto Di Stefano nel corso di un incontro con la dirigenza del Pd

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