Gelesi illustri dimenticati, Mulè sollecita sindaco e toponomastica a rimediare

 
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Le immagini dei cinque gelesi illustri

Gela. Due personaggi vincitori del premio della cultura della presidenza del Consiglio dei Ministri, uno dei quali noto per essere stato il primo a denunciare le stragi americane in Sicilia; un sottotenente del 76° Fanteria dell’Esercito Italiano, ucciso da alcune granate il 13 luglio del 1920 a Trieste mentre difendeva, con un drappello di soldati, un gruppo di persone di minoranza etnica alloggiate all’Hotel Balkan; un giornalista artefice del Partito Anarchico Italiano che prima dello sbarco Alleato fu delegato a rappresentare a Gela il Comitato di Liberazione Nazionale; un Sottosegretario di Stato per l’Interno dal 28 marzo 1979 al 3 agosto 1979 nel V Governo Andreotti.
Sono questi i nomi di cinque gelesi illustri che per non essere dimenticati andrebbero immortalati associandoli ad altrettanti nomi di strade cittadine. A chiederlo al sindaco e alla commissione toponomastica “per tramandare la loro memoria” è il cultore di storia patria, Nuccio Mulè, preoccupato “che l’oblio elimini il ricordo” di: Nino Occhipinti, Gaetano Di Bartolo Milana, Luigi Casciana, Nunzio Vicino, Giuseppe Corrao.

“Il rischio di essere dimenticati dalla nostra collettività, se già non lo sono stati, è davvero alto – spiega Mulè – Ecco perché ho inoltrato all’amministrazione comunale una richiesta supportata dalle firme di un gruppo di cittadini e dei curricoli dei cinque personaggi affinché – conclude – possa essere valutata ed esitata positivamente”.

Ecco di seguito i nomi dei cinque personaggi candidati ad essere inseriti nella toponomastica gelese, supportati da una sintesi del curricolo.

Nino Occhipinti: Deputato e Assessore all’ARS (come Assessore alle Foreste demaniali e delegato all’Assessorato Agricoltura) nel 1955; consigliere comunale di Gela nelle file del PSDI; elezione a Senatore della Repubblica il 20 giugno 1976: Sottosegretario di Stato per l’Interno dal 28 marzo 1979 al 3 agosto 1979 nel V Governo Andreotti.
Gaetano Di Bartolo Milana: di idee anarchiche e socialiste fu giornalista collaboratore di testate regionali e nazionali nonché uno degli artefici del Partito Anarchico Italiano; durante il Ventennio fascista, ritenuto sovversivo e pericoloso per il regime, ebbe diverse restrizioni della sua libertà fisica, infatti, fu confinato diverse volte; nell’isola di Ponza dove conobbe I maggiori personaggi della Resistenza italiana, tra essi Sandro Pertini e Randolfo Pacciardi. Prima dello sbarco Alleato fu delegato a rappresentare a Gela il Comitato di Liberazione Nazionale.
S. Ten. Luigi Casciana: sottotenente del 76° Fanteria dell’Esercito Italiano, il 13 luglio del 1920 a Trieste ebbe l’ordine di proteggere con un drappello di soldati un gruppo di persone di minoranza etnica, alloggiate all’Hotel Balkan, da un’azione di protesta italiana guidata da un manipolo di squadristi; durante tale protesta, però, dall’edificio furono sparati diversi colpi d’arma da fuoco e lanciate alcune granate di cui alcune schegge colpirono a morte il Casciana. Il nome del Casciana compariva, assieme a quello della Medaglia d’Oro Giovanni Guccione, su una stele (eliminata nel 1953) posta sul marciapiede di Piazza San Francesco di fronte via Pisa.
Prof. Nunzio Vicino: spiccata figura di educatore nella scuola, combattente nell’ultima guerra e valente cultore e scrittore di patrie memorie, si è distinto in particolare per aver divulgato la storia della “Battaglia di Gela” oltre ad altre pubblicazioni a cui spesso si sono riferite autori a livello nazionali. Agli inizi degli anni Settanta, ricevete l’ambito Premio della Cultura della Presidenza del Consiglio dei Ministri. E’ stato il primo in assoluto a denunziare le stragi americane in Sicilia.
Giuseppe Corrao: valido e raffinato scrittore è stato cantore della poesia vera, tanto che in quasi tutte le sue liriche c’è quel canto appassionato di amore puro ed intatto che lo consacra come un autentico poeta classico; inoltre, come amatore della letteratura, della storiografia locale e delle tradizioni ha lasciato molte opere anche a carattere sociale. Nel 1990 ricevete il “Premio per la Cultura” della presidenza del Consiglio dei Ministri.

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