Gela. Chi viene da fuori e conosce Gela non sempre si fa condizionare dai pregiudizi oramai radicati, frutto della percezione negativa che, in primis, investe il cittadino gelese.
Pur essendo palese agli occhi di tutti che da queste parti ci sono numerosi problemi, Gela si presenta sotto vesti diverse quando si tratta di umanità, di generosità e di altruismo verso gli altri.
Nutre, di certo, questa visione ottimista del territorio Cristina Fazzi . Nata e cresciuta ad Enna, Cristina è un medico che vive in Zambia e si occupa di patologie pediatriche. A partire dal 2000 è divenuta capo “cantiere” del Mayo-Mwana Project, un progetto prevalentemente socio-sanitario che realizza quotidianamente programmi di vario tipo che riguardano la scolarizzazione; progetti di tipo agrario e di auto- sviluppo attraverso l’istituzione del microcredito rilasciato da una banca etica, nata sotto le ali dello stesso progetto.
Cristina conosce Gela e dice di subire dei pregiudizi, al “contrario” però. Viene in visita almeno una volta l’anno; durante l’ultima, è stata ospite alle mura Timoleontee in occasione dello spettacolo The Lion King organizzato dal gruppo giovanile Cesma della parrocchia Regina Pacis. Ha ricevuto una generosa donazione e, ancora una volta, ha avuto la riprova che qui c’è gente che si prodiga, si anima, si spende e si mette in gioco, per la gente.
Nel febbraio del 2010 a Nndola è stato completato un centro che porta il nome della parrocchia gelese con cui cooperi, il centro sociale Regina Pacis. In cosa consiste questo centro e quale ruolo ha rivestito Gela in tal senso?
Il centro viene utilizzato per le attività di studio dei giovani delle baraccopoli. Noi assistiamo questi ragazzi pagando per loro le tasse scolastiche ed offrendo un aiuto alimentare per le famiglie affinchè gli studenti non trascurino il loro percorso per andare a lavorare. Inoltre il centro incentiva parecchie attività di formazione sia in campo sociale che sanitario. Per esempio, abbiamo tenuto dei preziosi corsi di formazione per le levatrici, un supporto sicuro per le donne che partoriscono nei villaggi e nelle baraccopoli.
Il centro è intitolato con il nome Regina Pacis in onore dell’impegno e dell’affetto generoso di Don Angelo Strazzanti e del gruppo giovanile Cesma che da tempo ci sostiene. Non possiamo che esprimere un’immensa gratitudine per la loro dedizione, l’umiltà e la professionalità grazie alle quali siamo stati incoraggiati nel portare avanti il nostro progetto. Attraverso gli spettacoli che ogni anno il Cesma organizza per le scuole di Enna e Gela riceviamo un inestimabile aiuto di valore sociale e culturale. Vengono raccolti dei fondi e il ricavato viene devoluto totalmente al Mayo- Mwana Project. Queste iniziative vengono promosse dalla chiesa che ottiene dalla città di Gela delle risposte assolutamente positive. Si è istaurata una grandiosa sinergia con le scuole, gli insegnati e gli studenti gelesi rientrando, così, anch’essi in un ampio progetto di conoscenza della realtà di sostegno verso i paesi del terzo mondo.
Al termine dello spettacolo The Lion King ti è stata donata un’altra offerta , frutto di un anno di raccolta da parte del gruppo Cesma. Cosa prevedi di realizzare con questi proventi?
I fondi ammontano a 20.000 euro. Con questi e altri proventi ricavati da iniziative di beneficienza promosse in Italia e in Spagna di sicuro,porteremo avanti le attività già in corso. Per il 2013, in particolare, abbiamo in programma di costruire un alloggio per le partorienti in prossimità di una clinica governativa del bosco.
Durante la tua ultima visita a Gela c’era pure Joseph. So che la sua adozione ha suscitato scalpore in Italia essendo tu una mamma single…
Si, Joseph è venuto con me ed è rimasto divertito e affascinato dai cantanti, ballerini e da tutti coloro i quali collaborano alla realizzazione dello spettacolo, delle persone veramente speciali. La sua adozione ha suscitato parecchi dibattiti . Di fatto sono stata appellata come il primo caso di donna single in Italia che è riuscita ad ottenere l’adozione di un minore. Ma la verità non è questa.
Per fortuna, prima di me altre due donne single hanno conquistato questo diritto, una di loro a beneficio di una bambina affetta da sindrome di down. L’adozione di Joseph è avvenuta nel 2008 nello Zambia. Qui sono madre anche di altri 4 bambini. In Italia, dopo 3 lunghi anni è stata riconosciuto il provvedimento per Joseph e di conseguenza la mia idoneità genitoriale. E’ stata dura ma ce l ho fatta!