Gela. Ad inizio anno, il presidente della Regione Nello Musumeci dava quasi come cosa fatta l’inserimento di Gela tra le Zone economiche speciali, che assicurano regimi premiali e vantaggi fiscali per gli investimenti. “Un impulso arriverà anche dalla Zes, la zona economica speciale – dichiarava – le Zes non sono ancora partite perché manca il decreto attuativo del governo nazionale, ma noi siamo già pronti. Quando partiranno, zone come Gela ma anche altre subiranno un impulso positivo”. Cinque mesi dopo, la Zes gelese sarebbe in bilico. Un allarme che lancia l’ex assessore della giunta Messinese Simone Siciliano. “La notizia circa l’attività che sta svolgendo la cabina di regia regionale, guidata dal governatore Nello Musumeci, per definire i confini delle Zone economiche speciali, con l’esclusione dell’area industriale di Gela, in favore di Termini Imerese, altra zona di crisi industriale complessa, e di Porto Empedocle, individuata come centro strategico per la distribuzione di Gnl – dice – va a discapito delle politiche di rilancio industriale condotte e condivise con la Regione Siciliana, il Ministero dello Sviluppo Economico, il Ministero dei Trasporti e l’Agenzia per la Coesione Territoriale, oltre che con gli stakeholders industriali e le Confederazioni di categoria nazionali e locali, negli anni in cui ho rivestito il ruolo di assessore allo sviluppo economico”.
Siciliano ha scritto al neo sindaco Lucio Greco per informarlo. Allo stato, non c’è nessuna indicazione ufficiale dalla Regione, ma l’ex vicesindaco ritiene che l’inserimento di Gela sia in bilico. “Ho preso carta e penna e ho scritto al sindaco per fornirgli le informazioni di base per riattivare il percorso di dialogo interrottosi a causa della mozione di sfiducia che ha portato allo scioglimento del consiglio comunale e al commissariamento del Comune – continua – otto mesi in cui la Regione ha pianificato strategie e risorse per rilanciare tutte le aree industriali della Sicilia, lasciando nel cassetto la proposta pervenutagli oltre un anno fa, e che prevedeva l’individuazione di 128 ettari di lotti industriali oltre al sistema portuale, da incentivare, per favorire l’insediamento di attività di manipolazione, trasformazione e commercializzazione, di prodotti a regime agevolato, escludendo di fatti, la nostra città rimasta orfana di rappresentanza politica e vittima della disattenzione da parte del governo nazionale nella figura del suo ministro allo sviluppo economico, più interessato a fronteggiare i dispetti del ministro Salvini, invece che occuparsi delle aree di crisi industriale complessa, tra cui quella di Gela, che aspettano ancora l’aumento degli stanziamenti promessi dalla sua rappresentanza nazionale e regionale. Il rischio è di ritrovarci senza gli strumenti per rendere attuabile il progetto dello Yard di costa, oltre che per rendere appetibili le aree di insediamento industriale a nuove realtà produttive, necessarie per diversificare l’offerta lavorativa e garantire competitività al sistema produttivo locale, fatto oltre che di metalmeccanica pesante, di imprenditori agricoli e artigiani che non hanno aree dedicate dove insediarsi”. Il commissario Rosario Arena, nel periodo di gestione, aveva preso contatti con il consulente per le Zes scelto da Musumeci, il docente universitario Aldo Berlinguer. Nelle linee guida tracciate dal gruppo di lavoro istituito a Palermo e condivise dalla cabina di regia e dalla giunta regionale si legge “includere nella perimetrazione le aree ricadenti nei Siti di interesse nazionale (Sin), anche in virtù della richiesta di riperimetrazione avanzata”. Gela, da anni ormai, è zona Sin, perché sottoposta al rischio industriale. Siciliano lancia l’allarme e tocca alle istituzioni locali verificare.
Siciliano……. ma che te ne fai di tutto ciò? Che te frega dicono a Roma………. Hai avviato il turismo in città, la pesca, contribuito alla chiusura della raffineria e ora vuoi ancora insediamenti industriali?
levici manu
Semmu in mano a nuddru