Gela. Sei vittorie consecutive e tanto entusiasmo nello spogliatoio del Gela visto il periodo particolarmente positivo. Dopo mesi sfortunati da un punto di vista fisico, mister Cacciola può finalmente godersi l’intero organico messo a disposizione dalla società, ad eccezione di Ficarrotta e Boscaglia, che hanno terminato anzitempo la propria stagione, e di Prestia, non al 100%. Questo, stando alle ultime formazioni schierate, gli ha permesso di trovare una sua quadra mettendo in campo undici giocatori di altissimo livello, con la consapevolezza di poter contare su una panchina di assoluta qualità che tante altre squadre non possono vantare. L’unico nodo non ancora sciolto sembra essere quello legato al centravanti. Il tecnico biancazzurro ha a disposizione Ivan Agudiak e Luca Savasta, entrambi bomber di razza che, con qualsiasi maglia, hanno sempre fatto la differenza e garantito solidità offensiva. L’argentino non ha ancora lasciato il segno e non ha ancora trovato la gioia del gol. L’ex Modica, invece, sembra finalmente aver ritrovato fiducia dopo mesi particolarmente difficili. Con tanta schiettezza, Savasta ci ha raccontato a Bar Sport del delicato periodo vissuto durante i primi mesi in biancazzurro e di come ne è uscito fuori grazie al supporto della piazza e della società.
IL PERIODO POCO FELICE NEI PRIMI MESI IN BIANCAZZURRO
“Non sono uno che cerca alibi, anzi a volte pretendo troppo da me stesso. La preparazione non mi ha aiutato, ma questo non c’entra nulla con Pensabene, ci tengo a specificarlo. Sono come entrato in un vortice, ho pensato di non essere all’altezza di questa squadra, di non poter dare ciò che vorrei per mancanza mia o perché non riesco ad integrarmi bene in questo modo di giocare. Non vi nascondo che ho pensato di andare via per questo motivo. È stato il mio orgoglio, però, a fermarmi. Ho parlato con la società e con il mister e da parte loro ho percepito tanta fiducia e voglia di continuare insieme. Da lì è cambiato tutto”.
CAMBIO DI ROTTA
“È come se il mio campionato fosse cominciato a Sciacca. Lì mi sono piaciuto e ho deciso di azzerare tutto e ripartire da quella bella prestazione mia e della squadra”.
FIDUCIA DA PARTE DELLA SOCIETÀ
“Quei tre mesi mi sono serviti per crescere ulteriormente. La fiducia da parte della società, degli ultras, della piazza e anche alcune critiche costruttive mi hanno aiutato. Quel faccia a faccia con la società è stato fondamentale per ripartire e fare meglio di prima”.