Gela. Fu il titolare della “Pescagel”, dopo alcuni riscontri sui consumi di gasolio dei mezzi usati per le consegne, ad accorgersi che c’erano spese assai superiori a quelle preventivate. Attraverso controlli incrociati, condotti dal commercialista dell’azienda, emersero le anomalie e l’azienda, attiva nel settore della distribuzione di prodotti ittici, risalì a due dipendenti, che si occupavano anche delle trasferte per consegnare la merce. Sono accusati di essersi impossessati di gasolio, prelevandolo con le carte di credito aziendali, che invece sarebbero dovute servire solo a rifornire i mezzi. “In un giorno – ha detto il proprietario dell’azienda sentito davanti al giudice Martina Scuderoni – venne effettuato un rifornimento addirittura di 550 litri di gasolio, del tutto sproporzionato rispetto alle consegne da effettuare”. Ammanchi che hanno portato a processo i due ex dipendenti dell’azienda, poi licenziati, insieme ad altrettanti titolari di stazioni di servizio locali, dove materialmente sarebbero avvenute le forniture di gasolio. L’imprenditore ha risposto alle domande del pm Tiziana Di Pietro e a quelle dei legali di difesa, gli avvocati Joseph Donegani, Tommaso Vespo, Gaetano Purpura ed Emanuele Maganuco. Per le difese, sui rifornimenti di gasolio gli imputati avrebbero rispettato i vincoli previsti dall’azienda. L’esame del testimone è ruotato intorno alla gestione delle carte aziendali per i rifornimenti di carburante. “Hanno approfittato della fiducia che riponevamo nei loro confronti”, ha proseguito il titolare dell’azienda.
Le spese sproporzionate per il carburante furono individuate diversi anni fa e poi spinsero il titolare a disporre il licenziamento dei due dipendenti.