“Futuro nel centrodestra”, Federico: “Dissesto? Chi ha amministrato non può dirsi vergine”

 
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Pino Federico

Gela. “Il futuro del nostro gruppo? Penso che si valuteranno soluzioni per l’ingresso in un partito di centrodestra. La nostra scelta politica l’abbiamo fatta e rispettata”. L’ex parlamentare Ars Pino Federico, alle amministrative, insieme al gruppo di “Avanti Gela”, ha scommesso sul blocco fuori dai partiti ufficiali di centrodestra. La sua è stata una delle firme rilevanti di “Alleanza per Gela”, a sostegno di Salvatore Scerra. La lista ispirata dall’ex presidente della Provincia, a sua volta in lizza per l’assise civica, ha espresso la riconferma dell’imprenditore Gabriele Pellegrino. “Avanti Gela è un contenitore politico che esiste e vuole affrontare i tanti problemi della città – precisa Federico – le nostre scelte le abbiamo fatte. Ci rivediamo nel centrodestra e sarebbe stato impossibile schierarsi a sinistra. Spero che nel centrodestra si capisca che ci sono stati errori, fatali. La sconfitta è arrivata nonostante il centrodestra locale potesse ambire a percentuali molto alte. Invece, le divisioni hanno pesato. Nessuno, in quest’area politica, può ritenersi garantito solo perché è arrivata la vittoria a Caltanissetta. Nel centrodestra deve prevale la logica dell’unità e bisogna sedersi ad un tavolo. Se la montagna inizia a cedere, anche chi sta in cima è a rischio. Penso che questo sia chiaro. Noi, alle amministrative, abbiamo deciso di stare nell’alleanza fuori dai partiti perché nessuno ci ha coinvolti in un ragionamento di centrodestra. Il candidato a sindaco poteva essere l’ingegnere Cosentino ma dopo un confronto tra tutte le forze. La politica non è imposizione di candidati. Sono certo che il centrodestra in città sia forte ma si devono cambiare metodo e forma. Non si può escludere né agire scaricando le responsabilità”. Federico non pare sentirsi fuori dagli equilibri d’area. “La nostra lista – sottolinea – è risultata quinta in assoluto. Bisogna considerare che partiti come Forza Italia e Pd sfruttavano l’effetto europee. Abbiamo ottenuto un risultato migliore di quello fatto registrare da partiti di centrodestra. Arrivare alla soglia dei 2.600 voti, per noi è un successo importante. Io stesso ho messo a disposizione candidati per altre liste”. L’ex parlamentare regionale ha una propria visione del ruolo dell’opposizione, in una fase emergenziale vissuta dalla città.

“Sono d’accordo che non si debba fare opposizione strumentale – aggiunge – però è giusto che chi ha perso le elezioni abbia un compito di controllo. Non può esserci una mera accondiscendenza rispetto alle decisioni dell’amministrazione. Vanno valutati gli atti”. Infine, su un piano strettamente di logica politica, fa intendere che non si può dimenticare il passato, pure quello recente. “Il Comune attraversa una grave fase di dissesto – conclude – non prendiamoci in giro. Noi non eravamo nel precedente governo della città, che secondo me non ha messo in campo tutti gli strumenti utili ad evitare il dissesto. C’erano altri a governare. Non si può ricostruire una verginità politica, negando l’innegabile. Il sindaco Di Stefano? E’ giusto che governi insieme alla sua coalizione. Sono stati scelti dalla città. Però, a conclusione di questa tornata elettorale mi pare evidente che abbia perso la politica. Di Stefano è stato eletto dal venti per cento della città. Ora, ci sono tante emergenze che si stanno subito proponendo. I cittadini si trovano con la Tosap aumentata e lo stesso varrà per gli altri tributi. C’è chi ha governato e ora deve farsi carico dell’inevitabile continuità amministrativa”.

2 Commenti

  1. Chi è stato l’autore della sconfitta del centro destra, come il dottor Federico & Company, devono avere il coraggio di smettere di fare politica e se trovano il tempo di guardarsi allo specchio si facciano un serio esame di coscienza ed in primis Federico che un accordo con di Stefano già l’ha fatto.
    Vedete che al più presto amici suoi entreranno in Giunta.(Scerra ect …..)

  2. Di Stefano è il sindaco di tutti i gelesi e poco importa la percentuale che l’ha votato: ha vinto ed è la regola della democrazia, ma mi rendo conto che a destra non si è molto abituati a queste regole.

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